Una regola ovvia dei concorsi dovrebbe essere questa: tot posti tot vincitori, punto; e per chi supera le prove concorsuali senza vincere si concede un attestato di merito da valere per un futuro concorso.
Purtroppo, difficilmente è così, spesso i non vincitori ottengono comunque il posto, con buona pace del diritto e del riconoscimento del merito. E anche della qualità del servizio, perché se un candidato non ha avuto una buona performance è lecito dubitare della sua preparazione.
Anche nella scuola quella regola non è quasi mai rispettata, perché nella normativa generale si inserisce spesso all’ultimo momento una manina compiacente che approfitta, caso mai, di qualche decreto-legge blindato o di uno scambio tra parlamentari (io do una cosa a te e tu dai una cosa a me) per offrire una ciambella di salvataggio ai non vincitori, aprendo per loro una breccia nel muro delle regole concorsuali, con aggiramento del concorso da cui erano usciti perdenti e con vista… su un posto sicuro di ruolo (a scapito dei futuri concorsi). Film visti molte volte.
Per aggirare le regole dei concorsi a favore dei non vincitori sono state percorse, di volta in volta, diverse strade: aprire le graduatorie di merito ai cosiddetti idonei, tenere vive quelle graduatorie fino al loro esaurimento e, a volte, offrire ai candidati bocciati una chance con corsi di recupero che li abilitino a diventare idonei e ad entrare nelle graduatorie di merito con previsione del posto sicuro.
Questi stravolgimenti delle regole concorsuali hanno come prima conseguenza il rinvio dei successivi concorsi, con penalizzazione di nuovi candidati che vi si stanno preparando, ma, soprattutto, con palese violazione del merito e del diritto.
Purtroppo, tutto questo, ancora una volta potrebbe succedere per i concorsi dei dirigenti scolastici.
Per il decreto-legge 176/2022, Aiuti-quater – che martedì 20 dicembre andrà in aula al Senato per la sua approvazione, prima di passare alla Camera per la conversione definitiva prevista entro metà gennaio – sono stati presentati due emendamenti da senatori di FdI che prevedono il recupero per gli ultimi tre concorsi per DS dei candidati bocciati alle prove che avevano impugnato la loro esclusione o che avevano almeno partecipato alla prova scritta (iniziativa prontamente denunciata da Tuttoscuola). Per loro basterebbe un corso di formazione di 120 ore per essere dichiarati idonei ed entrare nella graduatoria di merito dell’ultimo concorso.
Poiché il bando di quest’ultimo concorso disponeva che la graduatoria di merito valeva fino ad una nuova graduatoria, basterebbe non bandire per qualche tempo il nuovo concorso, peraltro annunciato da diverso tempo e per il quale il relativo regolamento era stato approvato dal CSPI nel febbraio scorso. E la frittata sarebbe fatta.
All’ultimo momento c’è stato però un ripensamento, grazie anche all’intervento fortemente critico in Commissione e in Aula del sen. Marco Lombardo del Gruppo Azione-ItaliaViva-RenewEurope, che ha indotto i proponenti a ritirare gli emendamenti e a trasformarli in un ordine del giorno. Indubbiamente anche i servizi tempestivi e fortemente critici di Tuttoscuola hanno concorso a rivedere quella impresentabile proposta che avrebbe aggiunto ulteriori danni alla causa dei dirigenti scolastici già colpiti dall’inaspettato ridimensionamento delle istituzioni scolastiche.
Pericolo scampato? Non è ancora detto, finché il ministro Valditara – che i proponenti dell’odg vorrebbero forse tirare per la giacchetta – non disporrà la pubblicazione del nuovo bando per il concorso DS (per arrivare alla nomina dei vincitori occorrono circa due anni, prima si inizia e meglio è), chiudendo la strada a iniziative di dubbia motivazione e aprendo la selezione di una nuova nidiata di presidi qualificati e testati.
Se invece centinaia o migliaia di candidati bocciati nei precedenti concorsi andassero ad occupare – come richiesto da quell’ordine del giorno – i posti destinati al nuovo concorso, atteso da decine di migliaia di persone pronte a misurarsi con un percorso selettivo, sarebbe un vero schiaffo al merito.