Il PNNR coinvolge gli Enti Locali nei sei più importanti ambiti d’intervento (missioni) con la novità pregiudiziale: il finanziamento deve essere conforme ad una riforma che, tuttavia, non viene indicata. Ne è conseguita la prassi di confermare la vecchia Amministrazione per Procedure: una sommatoria di pratiche burocratiche che ha impedito di raggiungere gli “obiettivi” di natura quantitativa, verificabili sulla base di riscontri oggettivi. Che fare?
In realtà, l’evoluzione normativa non considera più il Buon andamento della P.A. espressione solo della conformità alla legge. Del resto, Antonio Genovesi(titolare dal 1754 all’Università di Napoli della prima cattedra nella storia dell’Economia) ha per primo dimostrato la necessità di considerare oltre al profilo giuridico anche quello economico dell’ente locale. Per poterne valutare l’efficacia dell’azione, elaborando anche una concezione del servizio pubblico locale, ancor oggi attuale (Michele Troisi 1937) .
Questo schema, approfondito da Carlo Cattaneo, è scomparso per poi riemergere come un fiume carsico con la legge n.646/1950 istitutiva della Cassa per il Mezzogiorno .Voluta da Donato Menichella, ha ottenuto il risultato, unico nel dopoguerra ,di avvicinare il reddito pro-capite del Sud a quello del Nord. E’ riemerso, definitivamente, nel 2009 con la “Qualità delle istituzioni “,il modello col quale Mario Draghi ha dato definitiva sistemazione teorica alla tesi comune ad Antonio Genovesi, Carlo Cattaneo e Donato Menichella. Sull’esperienza dell’euro sostiene che la qualità delle istituzioni è in grado di creare le condizioni per far crescere stabilmente salari, produttività occupazione ed il nostro Stato Sociale. Pertanto l’efficienza delle istituzioni non dipende solo dalla conformità alla legge ma anche dall’operare complessivo legato alla necessità della rendicontazione, del controllo e della valutazione dei risultati dell’azione pubblica .
La riforma costituzionale del 2012 ha recepito questo schema che, tradotto nella normativa ordinaria dalla legge n.56/2014 ,ha determinato ,dal 1/01/2016 un nuovo rapporto Stato/Enti Locali.
E’ questa la riforma orizzontale richiesta dal PNRR per migliorare equità ed efficienza attraverso un’innovazione strutturale dell’ordinamento. Infatti, la vecchia “Amministrazione per Procedure “, ingessata da ipertrofia legislativa e atrofia dei risultati , viene sostituita con l’Amministrazione per Risultati ” ,attenta non solo alla conformità alla legge ma anche alla necessità di verificarne efficienza e congruità con gli obiettivi. A tal fine può valutare ex ante i riflessi sulla qualità dell’istituzione di quanto deciso , eliminando le distorsioni del Patto di Stabilità che, rimandando tutto ex post, consentiva solo di prendere atto di risultati, imprevedibili ed ormai irrimediabili. Di conseguenza gli enti locali vengono abilitati a rimuovere gli ostacoli ,procedurali, amministrativi e burocratici che impediscono l’effettiva attuazione del PNRR.
In particolare sono eliminati i seguenti “Colli di Bottiglia” :
1) Rimediare all’insuccesso di equità ed efficienza dello schema federale della legge n.49/2009,con un federalismo solidale ma responsabile.
2) Elaborare i piani strategici necessari per consentire alle 14 Città Metropolitane l’assunzione del ruolo di Motori dello Sviluppo Economico, attribuito dalle legge istitutiva e non ancora realizzato (4).
3) Assicurare a Torino, Napoli, Reggio Calabria e Palermo obbligate al Patto di Rientro, l’ottimizzazione della possibilità di conciliare la riduzione del disavanzo con l’incremento degli investimenti.
4)Assicurare ai terrori esterni la cattura degli “spillovers effects” delle Città Metropolitane , realizzando l’interrelazione con l’Italia non metropolitana sulla quale si gioca il futuro sviluppo economico della nazione.
5) Superare l’instabilità istituzionale e la fragilità finanziaria delle Amministrazioni Provinciali.
6 )Risolvere per le regioni che non sono sede di Città Metropolitane, il problema della regolamentazione dei flussi finanziari all’interno delle Amministrazioni Provinciali e delle Unioni comunali e tra di esse ed il capoluogo regionale .
7 ) Fondare il SS nazionale sulla sostenibilità finanziaria e non sull’impossibile conciliazione tra risorse finanziarie limitate e bisogni sanitari illimitati .
8) Realizzare il ruolo di leva per il riequilibrio territoriale, assegnato ai Beni Culturali dalla procedura di valorizzazione voluta dal Ministro Dario Franceschini con la legge 18/XI/2019n.132 .
9)Risolvere il problema della valutazione dell’impatto ambientale della spesa del Terzo Settore, rimediando alla provvisorietà della legge n. 106/2016 che definisce “strumenti sperimentali ““quelli indicati.
Infine va tenuto presente che detto modello consente anche l’immediato incasso perché, a differenza delle altre (fisco, giustizia ecc), trattasi di una riforma già in vigore dal 1/01/2016 ed anche corredata dalla valutazione del relativo impatto economico.
Antonio Troisi