Facendo qualche passo indietro nella storia contemporanea (più precisamente agli inizi degli anni ’60 del c.d. boom economico) non possiamo semplificare troppo una figura mitica di politico – o piuttosto statista – partigiano ed imprenditore illuminato, finanche visionario, come Enrico Mattei, periodicamente destinato a cadere nell’oblìo più miserevole.

Ebbene, chi come me ne ha approfondito la conoscenza delle caratteristiche peculiari e rare quanto ai valori dell’onestà intellettuale, della serietà professionale, e del suo desiderio patriottico di perseguire esclusivamente e ottimamente il bene supremo della collettività, ed avendo anche visitato il suo paese nativo, Acqualagna e relativo museo, vieppiù avendo  conosciuto personalmente uno dei suoi più diretti collaboratori, ci si sente inevitabilmente chiamati in causa da cotanta propaganda governativa in atto da alcuni mesi in merito ad un ventilato (forse immaginifico?) “Piano Mattei”, la qual cosa ha intanto lo scopo di distrarci dal problema della crescente immigrazione clandestina, oggetto di belle promesse elettorali.

Sembrerebbe che l’(ab)uso di tale definizione debba quasi attestare che il primo governo destrorso, guidato da una donna in politica, del Bel Paese sia realmente intenzionato a ricalcare le orme – troppo presto cancellate – o meglio il pensiero precursore del nostro grande connazionale marchigiano, tutt’altro che amato dalla nomenclatura politica dell’epoca. Ma ritengo corretto ed anche doveroso moralmente che ci si chieda se esiste davvero il più volte proclamato e apaticamente ribadito Piano Mattei a cura dei giornalisti RAI o dell’informazione privata. Oppure, se si debba includere questo importante argomento di politica estera all’interno del famoso programma televisivo “Chi l’ha visto”…

Va bene esser fiduciosi e non ostili pregiudizialmente verso chi sta lavorando per noi, popolo italiano; ma è altrettanto opportuno e ovvio chiedersi quali linee strategiche abbia il suddetto Piano Mattei: se sia prevista una parte finanziaria destinata ad aiuti economici e di “know-how” per i paesi meno progrediti dell’area sub-Sahariana o se sia maggiormente incentrato su interventi mirati alla sostenibilità ambientale, alias siccità causata dal cambiamento climatico; ovvero, ancora, mirato a riposizionare geopoliticamente l’Italia nell’ambito del sistema degli indispensabili approvvigionamenti energetici al fine di renderci meno dipendenti dai paesi dell’est, soprattutto dicasi Russia.

In attesa di comunicazioni ufficiali, maggiormente chiare e positive, restiamo pertanto avvolti in una nube informativa carica di dubbi e perplessità sì da rimpiangere, drammaticamente, una personalità vera, eccellente come Mattei, la quale avrebbe certamente potuto cambiare in meglio le sorti della nostra nazione. Non ci resta, infine, che sperare di veder materializzarsi – come per miracolo – in tutto il suo fulgore e la sua, straordinaria essenza il fantomatico Piano Mattei con l’auspicio che tale documento possegga i requisiti essenziali di una strategia di politica economica, energetica e sostenibile che sia degna di potersi fregiare di un’intitolazione così nobile ed alta.

Michele Marino

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