Si fa presto ad esaltarsi per la crescita del Pil. Un grave errore guardare alle cose sempre e solamente sul medio termine. Questo distingue i politici qualunque da solide figure cui affidare la guida di un paese. Dopo mesi di celebrazioni che le cose per noi stavano andando meglio di quanto non accada a Francia e Germania, arriva una sorta di doccia fredda.
I dati resi noti dal Centro Studi di Confindustria, che non si può certo inserire tra i contrari all’attuale Governo, sono chiari: pure quello dell’economia italiana è un “andamento lento” , e certo non aiuta il continuo innalzamenti dei tassi d’interesse decisi dalla Bce che non si muove in maniera dissimile dalla Fed americana, entrambe preoccupate di contenere l’inflazione che non è affatto tornata in parametri accettabili.
Anche gli investimenti delle imprese sono in frenata. Sono considerate deteriorate le condizioni per investire mentre restano basse le attese delle imprese sulla spesa per investimenti nei prossimi sei mesi soprattutto a causa del credito diventato più caro e difficile da ottenere.
A quanti si sono esaltati per le difficoltà registrate in altri paesi europei, segnatamente Francia e Germania, è il caso di sottolineare che questo ha portato ad una riduzione dello 0,3% del nostro export italiano. Perché è soprattutto il calo della domanda dei nostri prodotti sul mercato della Ue a farsi sentire. Recupera, solo in parte, il commercio mondiale a maggio (+0,3%).