È un grande entusiasmarsi per la lievissima crescita del Pil, che comunque per fine 2024 non dovrebbe andare oltre lo 0,6%.
Intanto, altri indici ci raccontano di un andamento diverso della cosiddetta economia reale, il costo della vita, la crescita dei posti di lavoro, ma che sono soprattutto “poveri”.
Notizie non proprio positive, inoltre, vengono dalle prospettive avvertite dalle imprese. Questo è quello che ci dicono le aziende di Confindustria in relazione ad un rischio percepito per la produzione. Nel mese di luglio raddoppiano i timori, 23,4%, per un possibile arretramento, rispetto all’ultima valutazione che era del 12,7%.
Il 35% degli intervistati non prevede alcun balzo, ma solo una sostanziale stabilità secondo le linee già espresse in questa prima parte del 2024. Una percentuale di molto inferiore alla precedente del 53,9%.
Non buone anche le rilevazioni sul fatturato che segna un calo del -1,6% a giugno a conferma con un più moderato segno meno del mese di maggio. La riduzione è stata limitata nelle costruzioni, moderata nei servizi, mentre a giugno il calo più significativo ha riguardato soprattutto l’industria.