Il Partito Popolare Europeo (Ppe), che costituisce il gruppo più consistente del Parlamento europeo, ha chiesto alla Commissione Ue di “considerare la Svizzera come Paese ad alto rischio di riciclaggio” dopo le rivelazioni che riguardano la grande banca elvetica Credit Swisse (CLICCA QUI) in merito all’esistenza di circa suoi 30 mila conti che nasconderebbero i fondi di numerosi personaggi accusati di crimini di ogni genere. Dalle torture, al traffico di droga, al riciclaggio di denaro, alla corruzione e ad altri gravi crimini.

La rivelazione dell’esistenza di questo elevato numero di conti sospetti, emersa a seguito di una fuga di documenti consegnati a un giornale tedesco, ha portato alla sollecita richiesta da parte dei Popolari d’inserire la Svizzera nella “lista nera” delle nazioni coinvolte nel riciclaggio di denaro dopo la fuga di documenti di Credit Suisse.

La banca svizzera ha comunque respinto ogni accusa d’illecito e sostenuto che l’intervento della stampa si basa su informazioni “parziali, inaccurate o selettive prese fuori contesto”.

In ogni caso, ritorna in primo piano la questione dell’applicazione degli standard internazionali anti-riciclaggio che finora ha portato alla definizione di una lista comprendente 21 paesi, ma tra i quali, al momento, non vi è nessuno di quelli europei.

Né le autorità svizzere ne i vertici della Commissione europea hanno rilasciato alcun commento a seguito dell’intervento del Partito Popolare europeo.

CV

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