1. Premessa
L’Istituzione dell’Ufficio per il processo, nello spirito della riforma, dovrebbe rappresentare uno strumento di modernizzazione dell’attività degli uffici giudiziari, con l’obiettivo di ridurre i tempi di durata del processo.
La legge delega 27 settembre 2021, n. 134. al comma 26 dell’art. 1 prevede un’articolata disciplina dell’Ufficio per il Processo, concepita come struttura organizzativa stabile e non “emergenziale”,destinata al raggiungimento degli obiettivi del P.N.R.R.
In particolare, per quel che riguarda il riparto giustizia, il legislatore ha previsto una serie di interventi riformatori, concordati dal Governo con la Commissione Europea, con la precipua finalità di ridurre i tempi del processo entro i prossimi cinque anni al 25% nel settore penale e al 40% in quello civile.
Il PNRR ha tracciato una rotta chiara per rafforzare il settore giudiziario italiano attra verso un piano straordinario di reclutamento di personale amministrativo.
Questo ambizioso piano,concepito per migliorare le prestazioni degli uffici giudiziari, pone l’accento sul potenziamento dell’Ufficio per il Processo, una struttura vitale per garantire l’efficienza e la modernizzazione della giustizia italiana.
Un aspetto significativo di questo investimento è l’allocazione di oltre 2,2 miliardi di euro, una somma considerevole destinata a sostenere e guidare la trasformazione del sistema giudiziario e mirato a coprire una vasta gamma di iniziative finalizzate a migliorare la qualità dei servizi giudiziari offerti e a ridurre l’arretrato nei procedimenti legali.
Dal raggiungimento di questi obiettivi dipendono i fondi europei legati al PNRR, essenziali per la ripresa del Paese.
Si tratta, d’altra parte, di propositi del tutto coerenti con i principi costituzionali e sovranazionali, che includono la ragionevole durata del processo tra i requisiti del giusto processo, ai sensi dell’art. 111 Cost. e dell’art. 6 CEDU.
Invero, la ragione di fondo della Legge Delega è rappresentato proprio dalla riduzione dei tempi della giustizia
La Riforma Cartabia persegue tale fine non solo incidendo sulle norme del processo penale, ma anche mediante interventi sul sistema penale, capaci di produrre significativi effetti di deflazione processuale non solo prevedendo le previsioni in tema di Giustizia riparativa, che accomuna anche le disposizioni civilistiche sulla mediazione tra le modalità alternative di soluzione dei conflitti, oggetto del parallelo disegno di legge di riforma del processo civile varato dal Governo.
Tuttavia, come afferma Oscar Wilde, “le buone intenzioni sono semplicemente assegni che gli uomini emettono su una banca dove non hanno un conto corrente”.
Per tale ragione, la finalità perseguita dal legislatore sconta lacune e carenze molto più radicate, che non possono essere colmate solamente con previsioni improntante sulla speditezza del processo penale, mediante ’incremento di personale inserito nell’organico degli uffici di giustizia, con lo scopo di alleggerirne il carico.
2. La Legge Delega e gli obiettivi perseguiti
La Legge Delega invita il Governo ad adottare, nel termine di un anno dalla data di entrata in vigore della legge stessa, decreti per l’efficienza del processo penale, nonché in materia di Giustizia riparativa, e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari.
Le finalità della Delega vengono individuate, nei lavori parlamentari, nell’esigenza di accelerare il processo penale – anche tramite una sua deflazione e digitalizzazione – nella introduzione di precipue misure rivolte al potenziamento delle garanzie difensive e della tutela della vittima del reato, nella previsione di una innovativa disciplina concernente la ragionevole durata del giudizio di impugnazione, del quale è prevista l’improcedibilità in caso di eccessiva durata. A tal fine la Delega al Governo ha previsto alcune rilevanti modifiche al codice di procedura penale, alle norme di attuazione del codice di procedura penale, del codice penale e della collegata legislazione speciale, oltre che delle disposizioni dell’ordinamento giudiziario in materia di progetti organizzativi delle Procure della Repubblica, per la revisione del regime sanzionatorio dei reati e per l’introduzione di una disciplina organica della Giustizia riparativa e di una disciplina organica dell’Ufficio per il processo penale. All’’art. 1 la Legge Delega ha previsto, in particolare, un’articolata disciplina dell’ufficio per il processo, concepita come struttura organizzativa stabile e non “emergenziale”.
3.L’evoluzione dell’Ufficio per il processo
Secondo il Ministro della Giustizia si ratterebbe di “un’occasione di rinascita della Giustizia e con essa di tutto il Paese”, atteso che la “rimodulazione” dell’Ufficio per il processo è considerata la punta di diamante nella auspicata rigenerazione del diritto processuale, proposta dal nuovo PNRR.
Alla base di tale innovazione vi sarebbe la istituzione di un Team al servizio dei magistrati, sul presupposto che il Giudice sia dotato di assistenza qualificata e costante nell’espletamento delle sue attività mediante l’introduzione di nuovi modelli organizzativi, ed assicurando un più efficiente impiego delle tecnologie, dell’informazione e della comunicazione in chiave processuale.
Il Decreto attuativo del Ministero della giustizia del 1° ottobre 2015 ha contribuito a tracciare le linee guida per il funzionamento dell’Ufficio per il processo, demandandone la costituzione ai Presidenti di Corte d’Appello e di Tribunale.
Tuttavia, numerose sono state le difficoltà, riscontrate dai capi degli uffici, di reperire le risorse umane e finanziarie necessarie con la conseguenza che la nuova struttura non ha avuto uniforme attuazione sul territorio nazionale.
L’occasione d’intervenire, nuovamente, sull’istituto è avvenuta con il d.lgs. n. 116/2017, attuativo della legge delega n. 57/2016, con cui è stata varata una organica riforma della magistratura onoraria laddove era previsto un cospicuo impiego del Giudice di Pace all’interno dell’Ufficio per il processo.
4. L’ufficio del processo alla luce della Riforma
Alla luce del quadro normativo pregresso, la Riforma ha previsto una valorizzazione dell’Ufficio del processo, da istituirsi, anche nel settore penale, presso i Tribunali e le Corti di Appello, già previsto dalle norme innanzi citate.
Nell’esercizio della Delega,in particolare,è prevista “una compiuta disciplina dell’ufficio per il processo penale negli uffici giudiziari di merito”, individuando i profili professionali del personale da assegnare e attribuendo agli “addetti alla struttura” diversi compiti. Specificatamente, essi dovranno coadiuvare uno o più magistrati, compiendo – sotto la direzione e il coordinamento degli stessi – tutti gli atti preparatori utili per l’esercizio della funzione giurisdizionale e provvedendo allo studio dei fascicoli e alla preparazione delle udienze e all’approfondimento giurisprudenziale e dottrinale e alla predisposizione dei minute del provvedimento.
Inoltre, gli addetti all’ufficio per il processo penale presteranno assistenza su aspetti “organizzativi” che attengono alla gestione del ruolo – quali l’analisi delle pendenze e dei flussi delle sopravvenienze, del monitoraggio dei procedimenti di data più risalenti, della verifica delle comunicazioni e delle notificazioni – sull’accelerazione dei processi di innovazione tecnologica, con chiaro riferimento, in questa ultima ipotesi, al processo penale telematico.
La Delega, inoltre,ha l’obiettivo di aumentare la produttività degli uffici giudiziari attraverso la messa a disposizione dei precedenti, in particolare di quelle aventi un rilevante grado di serialità, anche con la formazione di una banca dati.
La Legge Delega interviene anche istituendo l’Ufficio del processo penale presso la Corte di Cassazione, con il compito di assistenza per l’analisi delle pendenze e dei flussi delle sopravvenienze, per la verifica delle comunicazioni e delle notificazioni, di supporto ai magistrati nella gestione dei ricorsi e dei provvedimenti giudiziari
5. L’ufficio per il processo nella giurisdizione penale
L’Ufficio per il processo, nello spirito della riforma, dovrebbe rappresentare uno strumento di modernizzazione dell’attività degli uffici giudiziari, con l’obbiettivo di ridurre i tempi di durata del processo.
Come noto, sulla disciplina del processo non dovrebbero sussistere incertezze, dato che le stesse dovrebbero essere poche, trasparenti, facilmente accessibili ed agevolmente reperibili da tutti; in modo da garantire, pienamente il principio di eguaglianza e della certezza del diritto anche, e,soprattutto, nell’applicazione delle regole del processo da mettere in atto senza incertezze di sorta.
L’Ufficio per il processo svolge un ruolo cardine nella riforma giudiziaria italiana, essendo una struttura organizzativa mirata a garantire una durata ragionevole dei processi attraverso l’introduzione di nuovi modelli organizzativi e l’efficiente utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC).
Questa innovativa concezione degli Uffici giudiziari non solo segue le migliori pratiche internazionali, ma ne trae ispirazione per implementare miglioramenti significativi nel contesto italiano.
Le esperienze positive di altri Paesi Europei hanno dimostrato chiaramente l’efficacia di uno staff dedicato a supporto dei magistrati.
In questi contesti, l’introduzione di un Ufficio per il Processo ha portato a notevoli miglioramenti in termini di efficienza, riduzione dei tempi dei procedimenti e ottimizza zione delle risorse umane e tecnologiche.
L’importanza di un approccio organizzato e specializzato a supporto alle attività dei magistrati è divenuta evidente e posta a base per i Legislatore nelle modifiche da intro durre nella Riforma della Giustizia.
6.L’organizzazione del lavoro giudiziario
In effetti, l’Ufficio per il Processo assume una posizione centrale nella ridefinizione dell’organizzazione del lavoro giudiziario.
La consapevolezza che i magistrati necessitino di un supporto strutturato per affrontare le sfide quotidiane è cresciuta notevolmente negli ultimi tempi anche grazie all’avvento della Telematica a seguito della recente Pandemia..
Questa consapevolezza è stata alimentata dalle osservazioni delle buone pratiche adottate all’estero, spingendo l’Italia a collocare l’Ufficio del Processo al centro della sua strategia per modernizzare il sistema giudiziario.
L’Ufficio per il Processo non si limita,quindi,solo a fornire risorse umane aggiuntive, ma promuove anche un cambiamento profondo nei modelli organizzativi.
L’integrazione di tecnologie dell’informazione e della comunicazione svolge un ruolo chiave nella semplificazione delle procedure, nell’ottimizzazione delle risorse e nell’au mento complessivo dell’efficienza.
L’obiettivo da perseguire è quello di creare un ambiente in cui magistrati e personale amministrativo possano lavorare sinergicamente per garantire una giustizia più rapida, accessibile ed equa per i Cittadini spesso oggetto di legittime lagnanze..
Uno degli obiettivi chiave di questo ambizioso piano è costituito dall’assunzione di 16.500 nuovi operatori del personale amministrativo entro il 2026 allo scopo di rafforzare gli uffici giudiziari, fornendo risorse umane cruciali per affrontare le sfide quotidiane e garantire che l’apparato giudiziario possa operare in modo efficiente ed efficace.
Il processo di assunzione è stato progettato con attenzione, prevedendo due fasi distinte di reclutamento.
La prima tranche comprende circa 8.000 assunzioni con contratti a tempo determinato di 2 anni e 7 mesi. Questa fase iniziale, che è già stata avviata, mira a garantire una transizione graduale e senza intoppi nel sistema giudiziario.
La seconda fase prevede ulteriori 8.000 assunzioni, anch’esse con contratti di 2 anni e 7 mesi, e dovrebbe sostituire la prima tranche.
Questa strategia è stata concepita per garantire continuità e un passaggio fluido tra le due ondate di assunzioni, consentendo ai nuovi addetti di acquisire esperienza e competenze attraverso la collaborazione con il personale esistente.
Verso la fine del 2021,è stato lanciato un concorso fondamentale per l’assunzione di 8.171 addetti all’Ufficio per il Processo.
Il secondo concorso sarà effettivamente bandito entro la fine dell’anno in corso, salvo rinvio.
Le posizioni disponibili saranno aumentate a 11.919, e si prevede che il nuovo personale sarà operativo nell’estate del 2024.
Questa espansione è in linea con l’obiettivo del PNRR di potenziare l’Ufficio per il Processo e migliorare l’efficienza complessiva del sistema giudiziario.
I candidati devono possedere uno dei seguenti titoli di studio: laurea in Scienze dei servizi giuridici, diploma di laurea di vecchio ordinamento in Giurisprudenza, laurea specialistica in Giurisprudenza o in Teoria e tecniche della normazione e dell’informazione giuridica, laurea magistrale in Giurisprudenza.
Gli addetti all’Ufficio per il Processo svolgono un ruolo cruciale, occupandosi di attività collaterali al giudicare,come ricerca, studio, monitoraggio, gestione del ruolo e prepara zione delle bozze di provvedimenti.
7.Uno sguardo alla situazione attuale e agli scenari futuri.
I primi dati di monitoraggio del 2023 (aggiornati al mese di giugno)segnalano una trasformazione significativa nella durata dei processi giudiziari, rappresentando un passo concreto verso gli ambiziosi obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e quelli concordati con l’Unione Europea.
Nel settore civile, si è registrato un notevole calo del 19,2%, mentre nel settore penale la diminuzione è ancora più significativa, attestandosi al 29,0%. Questi dati positivi rappresentano un chiaro successo nell’ottica di ridurre i tempi dei procedimenti giudiziari, migliorando l’efficienza complessiva del sistema giudiziario italiano. L’obiettivo di ridurre del 25% la durata dei processi penali entro giugno 2026 sembra essere a portata di mano, grazie agli sforzi concentrati per modernizzare il sistema giudiziario e implementare le riforme necessarie. L’accelerazione nell’abbattimento dell’arretrato civile è un segno positivo, ma per raggiungere l’ambizioso obiettivo del PNRR di una riduzione del 90% entro il 2026, ulteriori sforzi saranno indispensabili.
Gli sforzi per azzerare l’arretrato nella giustizia hanno fatto flop.
E così anche l’Ufficio del processo è finito sotto accusa e con esso gli addetti che in teoria avrebbero dovuto aiutare i magistrati a smaltire i processi in blocco.
I casi pendenti in primo grado davanti ai tribunali, e che al 2019 hanno maturato un’età di almeno tre anni, sono più di 337 mila.
Considerato che nel 2024 dovranno essere ridotti del 95%, i fascicoli da smaltire sono oltre 320 mila.
In secondo grado, nelle Corti di Appello, ci sono poi 98.371 casi da decidere ed anche in questo caso si punta ad abbattere l’arretrato del 95%.
In definitiva,dovranno essere chiusi più di 93 mila casi con il risultato che tra primo e secondo grado dovranno andare a sentenza più di 400 mila giudiizi in corso .
Entro giugno del 2026 dovranno passare in giudicato quasi 1,2 milioni di procedimenti civili di primo grado aperti tra il 2017 e il 2022 e quasi 180 mila procedimenti in appello aperti tra il 2018 e il 2022.
8.Conclusioni
Lo sforzo sin qui compiuto dal Governo, sebbene lodevole, si scontra con la vastità del contenzioso esistente da smaltire e non sarà facile provvedere nei tempi previsti in mancanza di risorse umane da impiegare.
Anche l’approccio telematico al Processo Penale o a quello Civile rischia di divenire una trappola per il personale impiegatizio di supporto al Magistrato che deve giudicare prescin dendo dall’eliminazione del cartaceo che ingolfa le Cancellerie.
Secondo la Dottrina,vi sono alcune soluzioni per il Processo Penale che possono essere adottate per ripartire con una nuova visione:
- Il ricorso ad una generale depenalizzazione dei reati minori
- Un’amnistia generalizzata sempre per gli stessi reati qualora non si voglia optare per la prima.
- Infine, entrambe le soluzioni sulla base della gravità del reato commesso.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Mario Pavone