Testo dell’intervento tenuto nel corso dell’incontro organizzato da INSIEME a Roma lo scorso 19 ottobre con il titolo L’Alternativa popolare e democratica (CLICCA QUI)

La domanda di partenza è: possiamo accontentarci di quello che passa il “convento” della politica bipolare italiana?

L’obiettivo è quello del partecipare alla creazione di una “nuova “ politica cui possano contribuire, tutti  e tutte  coloro che registrano un bilancio negativo delle numerose esperienze pubbliche vissute negli ultimi decenni, senza che il Paese sia stato in grado di offrire  segni sensibili e consolidati di sviluppo e miglioramento. Anzi, come dimostra la continua crescita dell’astensionismo, il divario tra il Paese reale e quello legale è cresciuto, così come accaduto per lo squilibrio sociale e tra le diverse regioni italiane.

Rappresento qui il punto  di vista  di #noidonne; rappresento gli Stati generali delle Donne che da  dieci anni,  con geometrie variabili, ha messo al centro, in tutte le regioni italiane il tema del lavoro delle donne, delle misure  di supporto alle imprese femminili e le misure  di  contrasto alla  violenza  sulle  donne.

Non esiste una  questione femminile. Mettere al centro i bisogni e  il ruolo di #noidonne è un imperativo categorico per affermare il protagonismo delle  donne, non  solo per una  tutela  dei  diritti ma  anche  perché  si possano creare le  condizioni perché attraverso il lavoro delle  donne possa  aumentare il PIL e il benessere  collettivo  di uomini e  donne.

L’italia è oggi vittima  di fenomeni “con gravi risvolti sociali ma anche economici”, come “quello triste dei ‘working poors‘, ci dice Stefano Zamagni

Aggiungiamo  che per  quanto  riguarda il lavoro femminile i recenti dati annunciati  su incrementi  di occupazione femminile  evidenziano  ancora la marginalità delle  donne sul mercato del lavoro e la precarietà. Continuiamo a rimanere il fanalino  di  coda in Europa.

Cosi  come non abbiamo  ancora  visto manovre  significative per  sostenere le imprese femminili nei recenti  documenti  di finanza pubblica.

Riguardo al grave problema del lungo inverno demografico e la  correlazione necessaria verso la creazione  di nuovo lavoro femminile  la Manovra 2025 rappresenta un primo passo verso una maggiore attenzione alla genitorialità, ma la strada è ancora lunga. Per invertire la tendenza alla denatalità, è necessario un cambiamento culturale profondo che coinvolga sia le famiglie sia le aziende. In particolare, è fondamentale promuovere una maggiore condivisione delle responsabilità genitoriali tra uomini e donne. La Manovra 2025 cerca di affrontare il tema della natalità, ma per ottenere risultati significativi sono necessarie ulteriori azioni e un impegno a lungo termine

Punti chiave: La Manovra di Bilancio 2025 prevede diverse misure per sostenere la genitorialità:

  • Bonus bebè: Viene riproposto un bonus di 1.000 euro per le famiglie con ISEE fino a 40.000 euro.

  • Carta dedicata ai genitori: Un’iniziativa simile a quella già presente nel 2024.

  • Detrazioni fiscali: Misure specifiche per facilitare la gestione delle spese legate ai figli.

  • Assegno unico: Escluso dal calcolo dell’ISEE per rendere più agevole l’accesso al beneficio.

  • Congedi parentali: Potenziamento dei congedi per entrambi i genitori, anche se non ci sono dettagli specifici sulla durata e sulle modalità.

I limiti:

  • Congedo paternità: Nonostante sia una priorità per molti, non ci sono segnali di un significativo rafforzamento del congedo per i neo padri.

  • Armonizzazione vita-lavoro: Mancano misure concrete per favorire un giusto equilibrio vita-lavoro nelle piccole e medie imprese, dove spesso le donne incontrano maggiori difficoltà.

Nostro obiettivo è  promuovere una rivoluzione culturale che porti ad una maggiore equità di genere nella genitorialità, superando i tradizionali ruoli e responsabilità assegnati alle donne  al fine  di  creare un sistema di sostegno alla genitorialità  che  sia strutturale e che si inserisca in un quadro più ampio di politiche familiari.

Occorre creare un contesto sociale ed economico più equo, in cui uomini e donne possano armonizzare più facilmente vita familiare e lavorativa e in cui i diritti delle donne e dei bambini e delle bambine siano pienamente tutelati. Una maggiore equità di genere nella genitorialità può portare a benefici sia per le famiglie che per la società nel suo complesso.

Proposte chiave:

  • Spostamento del focus delle policy  dalla maternità alla genitorialità: Si propone di utilizzare il termine “genitorialità” al posto di “maternità” per sottolineare la necessaria condivisione delle responsabilità tra uomini e donne nella cura dei figli.

  • Pacchetto di misure a sostegno di entrambi i genitori:

    • Bonus nascita. Previsione  di un contributo economico di 500 euro a coppia, interamente detassato e a carico delle aziende, per l’acquisto di beni per il neonato..

    • Estensione del congedo di paternità. Allineamento della durata del congedo di paternità a quello della maternità.

    • Sgravi contributivi per le aziende. Incentivi per le aziende che offrono flessibilità lavorativa e misure di welfare a sostegno della genitorialità.

    • Contrasto al part-time involontario. Misure per favorire l’occupazione femminile a tempo pieno.

Alle parole chiave del  congresso: amore politico, ascolto, impegno, mediazione, rispetto delle differenze aggiungo  la concretezza e la  collaborazione.

Isa Maggi

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