Al Senato ieri la scena l’hanno occupata Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. I due vecchi leoni “capobranco” spodestati. Il primo ha parlato soprattutto a Giorgia Meloni, il secondo al resto dell’opposizione, in particolare, al Pd. In qualche modo, Renzi ha espresso una sfiducia “sotto voce” a Giorgia Meloni e si è tolto vari sassolini dalle scarpe con i vecchi amici del partito da cui fu estromesso. Vedremo gli sviluppi di un gioco parlamentare che tra i primi prossimi appuntamenti ha anche quello della nomina delle commissioni che, per consuetudine, vanno alle opposizioni.
Silvio Berlusconi era il più atteso. Tornava in Parlamento dopo aver subito le disposizioni della Legge Severino per nove anni. Per lui è stato un vero e proprio ritorno dagli inferi. Un ritorno tutto diretto a ricordare a Giorgia Meloni che, se oggi lei è a Palazzo Chigi, tutto è dovuto a lui. Lui ebbe l’idea della creazione del centrodestra nel ’94. Insomma, il “vecchio leone” chiarisce le cose in un clima in cui già si vedono i segni della creazione di un culto della personalità di Giorgia Meloni che, in realtà, è ancora tutto da verificare.