Pubblichiamo la seconda parte dell’articolo di Mario Pavone dal titolo Il Tribunale della famiglia cerca casa”. La prima parte è stata pubblicata tre giorni fa CLICCA QUICLICCA QUI

Evidenzate, sia pure in maniera sintetica le maggiori criticità del provvedimento in commento va, comunque, sottolineato che con l’art. 12 del decreto legge 4 luglio 2024 n. 92 è stata prorogata di un anno la costituzione dei nuovi Tribunali già prevista al prossimo Ottobre 2024.

Tuttavia, il rinvio aggrava e non risolve la situazione,come afferma l’ex Presidente della Corte di Appello di Brescia(v. L’agonia della Giustizia Minorile , in il Domani 12 Lug 024) che ritiene che si sia in presenza, oramai, dell’agonia della Giustizia Minorile che, vittima di plurimi interventi riformatori, sempre a costo zero, subisce una lenta agonia in cui le vittime sono i minori nel cui primario interesse la giustizia deve essere esercitata.

Secondo l’Alto Magistrato, la saggia decisione di posticipare l’avvento di una Riforma allo stato del tutto impreparata, in mancanza di essa, avrebbe portato alla distruzione della giustizia minorile e della famiglia.

Dal punto di vista dell’Autore citato,sono numerose le criticità che vengono segnalate con cognizione di causa nel commento alla nuova normativa ma tutte condivisibili alla luce dell’esperienza svolta nelle Aule di Giustizia..

In realtà, si tratta della presa d’atto di un’inerzia scandalosa che,dopo il D.Lgs 1499/2022, non ha prodotto gli interventi assolutamente necessari per realizzare la Riforma oltre alla constatazione dell’impossibilità di concretizzarla.

La giustizia minorile italiana, pur apprezzata nel mondo per la sua specificità che mette al centro il minore, aveva ed ha indubbiamente molti difetti.

Una sovrapposizione sui medesimi fatti tra Tribunale dei minori e Tribunale ordinario in tema di famiglia,oriigibnava una frammentazione di competenze,una compartimen tazione ed uno scarso scambio di informazioni, un utilizzo spesso eccessivo e non coordi nato dei Giudici onorari specializzati(con competenze psicologiche, assistenziali, sociali), e un contraddittorio a volte non pieno.

Si è colta l’occasione del PNRR e della necessità di rivedere il rito civile per inserire una modifica radicale, peraltro non richiesta nel PNRR, non solo per rivedere il processo, ma addirittura per creare un nuovo Tribunale denominato per le persone, per le famiglie e per i minori diverso rispetto a quello ordinario.

Si tratta, quindi, di costituire ben 140 nuovi Tribunali, senza peraltro prevedere l’investimento neppure di un euro.

Chiunque, anche non del settore, capisce che creare 140 nuovi Tribunali significa edifici, personale, magistrati, formazione, digitalizzazione.

Sul fronte edilizio il Ministero si è limitato ad una verifica sulla attuale situazione degli edifici a disposizione dei Tribunali e Procure per i minori(che per la legge del 1933 devono essere in stabili separati dai Tribunali ordinari), sicuramente non in grado di ospitare il congruo numero di magistrati, cancellerie e segreterie che oggi esercitano la materia della famiglia

La soluzione adombrata di non cambiare nulla e di mantenere il nuovo Tribunale diviso fisicamente tra un pezzo negli attuali stabili dei Tribunali per i minori ed un pezzo negli spazi oggi occupati nelle Sezioni famiglia dei Tribunali vuol dire semplicemente rinunciare a creare davvero un nuovo ufficio unificato.

Questo riguarda sicuramente le Sedi Distrettuali, le uniche in cui oggi esistono i Tribunali per i minori, ma anche le Sedi Circondariali dove gli spazi sarebbero insufficienti.

Pertanto, occorrerebbero nuove stanze per i Magistrati che si occupano della materia il cui numero aumenterebbe acquisendo anche la materia minorile, oggi trattata solo a livello distrettuale e per le relative cancellerie.

Il personale addetto ai Tribunali per i minori, in quanto perdente posto (dato che l’ufficio di provenienza cesserebbe assorbito dal nuovo Tribunale per le persone), a seguito degli accordi sindacali sulla mobilità, potrebbe chiedere di essere assegnato ovunque vi siano posti vacanti, mentre quello che attualmente è assegnato alle sezioni famiglia potrebbe scegliere se rimanere presso il Tribunale ordinario o passare al nuovo ufficio.

Non solo nulla è previsto per l’assunzione del nuovo personale (stiamo parlando di oltre 3.000 unità, solo in parte provenienti dai vecchi uffici), ma si fa finta di ignorare che la nuova normativa comporterebbe un fortissimo aumento dei costi per il patrocinio a spese dello Stato e per le perizie.

Lo stesso Ministero della Giustizia nel 2022 individuava come necessità di personale per il nuovo TPMF 3388 unità tra le diverse aree professionali, di cui 2130 di incremento degli organici oltre a 65 nuovi Dirigenti Amministrativi.

Quanto agli organici dei Magistrati il Ministero ha invece partorito una proposta attualmente all’esame del C.S.M. e già oggetto di moltissime critiche poiché il numero di magistrati individuato e distribuito sui vari nuovi Tribunali, quantificato in 647 unità, risulta inferiore di oltre un terzo rispetto a quello occorrente

Inoltre, la prospettiva ha già attirato le proteste di Tribunali ordinari e delle Corti poiché i verrebbero sottratti i Magistrati destinati al nuovo Tribunale.

Risulta poi stupefacente che nessun incremento di organico venga previsto per le Procure, nonostante le ben più ampie competenze alle stesse attribuite dalla Legge (di promuovere le azioni a tutela dei minori in sede civile e di formulare pareri obbligatori in tutti i procedimenti), ignorando che nel settore minorile i compiti preponderanti delle Procure sono nel settore civile e non penale.

Queste carenze rendono impraticabile il passaggio ai nuovi Tribunali e si uniscono ad altre rilevantissime criticità di cui risente l’impostazione della stessa Riforma come congegnata.

Per ragioni di cieca efficienza si passa dalle decisioni collegiali ad una gestione mono cratica anche per procedimenti delicatissimi quali la perdita della potestà.

Non solo, ma si escludono dal processo decisionale (salvo che per le adozioni e per il settore penale) i Giudici onorari specializzati, la cui competenza extra giuridica risulta indispensabile per la corretta valutazione delle conseguenze delle scelte sulla vita del minore e che oggi gestiscono sotto la direzione dei magistrati togati moltissimi procedi menti.

Tali scelte appaiono, comunque, non condivisibili perché la collegialità e la multidisci plinarietà in queste materie costituisce un arricchimento che consente di arrivare a decisioni più ponderate e, spesso in tempi più rapidi.

Infine, è stata data anche al processo minorile una impostazione come se fosse un ordinario processo civile tra parti, dimenticando che la parte principale nel caso è un minore, spesso almeno inizialmente non rappresentato e che non può essere messo sullo stesso piano delle altre parti processuali.

Sta di fatto che ogni Parte processuale, ivi compreso il minore, deve essere difesa seriamente e,in un territorio come quello minorile, dove domina il disagio sociale,è inevitabile un forte aumento del ricorso al gratuito patrocinio.

E’ stata, inoltre, realizzata nel giugno 2023, senza un’adeguata preparazione e formazione degli addetti, una digitalizzazione di tutti gli uffici minorili che tuttora presenta problemi di funzionamento,lasciando gli uffici minorili nell’impossibilità anche di estrarre le statistiche dell’ufficio rendendo problematico ogni monitoraggio.

A questa situazione derivante, va detto, a livello normativo.si sono uniti alcuni sciagurati interventi legislativi.

Con il c.d. decreto Caivano (L. n. 159/2023) sono state adottate una serie di misure a contenuto preventivo e sanzionatorio a carico dei minori autori di comportamenti devianti con l’aumento delle pene per alcune fattispecie, l’estensione di interventi amministrativi, l’estensione delle ipotesi di emissioni di misure cautelari,esclusa l’ammissione della messa alla prova per reati gravi (omicidio, violenza sessuale, rapina), la possibilità di trasferire il minore detenuto che abbia commesso reati quando minorenne in carceri per adulti dopo i 18 o i 21 anni.

Tale impostazione, nata per fronteggiare le cosiddette baby gang e più in generale la devianza minorile, è fondamentalmente repressiva e l’esito è il significativo aumento di detenuti minorenni e delle rivolte in quelle carceri.

E di questo è vittima anche la giustizia minorile che in questa fase sta vivendo una fase di lenta agonia, come ribadisce lo stesso Autore innanzi citato.

In conclusione, ed alla luce delle criticità evidenziate,risulta assolutamente necessario cogliere l’occasione del rinvio non per riparlarne tra un anno in previsione di un nuovo inevitabile rinvio, ma per mettere in atto subito i necessari interventi amministrativi e modificare le norme del decreto legislativo per renderlo praticabile.

In primo luogo, è inevitabile evitare qualsiasi sovrapposizione con il PNRR ed i suoi obiettivi spostando la costituzione dei nuovi TPMF alla fine del 2026.

In secondo luogo, occorre stabilire gli organici dei nuovi Tribunali e delle relative Procure, sia quanto al personale che rispetto ai magistrati, con un limitato aumento degli organici e prevedendo per il personale un reclutamento dedicato valorizzando anche le compe tenze psicologiche, sociologiche ed assistenziali, dotandosi in tal modo di addetti motivati e capaci.

Inoltre, è indispensabile trovare i locali dei nuovi Tribunali, che devono essere in Palazzi dedicati in cui assegnare tutti gli addetti e le relative cancellerie e segreterie.

Questo comporta evidentemente investimenti massicci nella Edilizia Giudiziaria puntando su uffici specializzati contenendone il numero, come nel caso dei Tribunali di sorve glianza che vedono una struttura distrettuale con articolazioni in poche sedi.

Limitare le sedi dei TPMF ai luoghi ove vi è maggiore presenza di minori e contenzioso (due o tre per distretto) consentirebbe di limitare gli interventi edilizi,di poter puntare su di una maggiore specializzazione di Magistrati e personale e di realizzare economie di scala.

In secondo luogo, occorrerebbe  mantenere la collegialità delle decisioni e la presenza dei Giudici onorari specializzati anche a livello circondariale, dotando anche le Procure di vice procuratori onorari specializzati il che consente anche di limitare il numero di magistrati togati necessari.

In terzo luogo, occorre avviare un reclutamento dedicato del personale giudiziario, anche con competenze psicologiche, sociologiche ed assistenziali.

Infine, dare vita ad un grande programma di formazione che investa su magistrati, esperti, personale, avvocati, servizi sociali per puntare e diffondere la specializzazione e per evidenziare l’intervento nel settore come priorità per lo Stato che faccia diventare anche Tribunali, Procure e servizi luoghi ambiti e d’eccellenza

Altrimenti non solo marceremo speditamente verso l’ennesima riforma fallita in partenza, ma condanneremo gli attuali Tribunali per i minori all’asfissia, dando l’ennesima conferma che alla nostra società interessa a nessuno la sorte dei Giovani che,anche quando devianti e vittima del disagio sociale,sono i nostri figli ed il futuro della nostra società.

Interesse superiore del minore significa che in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del minore deve avere una considerazione preminente.

Allo stato le sedi di corte di appello sono 26, cui vanno aggiunte le tre sezioni distaccate di Bolzano (Trento), Sassari (Cagliari) e Taranto (Lecce).  Dalla previsione normativa discende, quindi, che il nuovo tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie dovrà essere articolato in 29 sezioni distrettuali e 140 sezioni circondariali

I proprietari di Palazzotti disponibili sono avvertiti..ma non possiamo garantire tempi e metodi di utilizzazione. (!!)

Mario Pavone

 

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