Stando ai sondaggi di ieri, la Germania non farà uscire oggi dalle urne un Cancelliere, ma una coalizione. Segno della momentanea fine delle certezze assicurate dalla moderazione e dall’inclusione proprie dei 16 anni della Cancelliera uscente, Angela Merkel? Lei è destinata sicuramente ad entrare nel novero dei pochi grandi statisti europei degli ultimi decenni. Nel bene e nel male, ma il giudizio generale dentro e fuori la Germania propende più per il bene, anche se con accenti in taluni casi enfatici, la sua lunga stagione di guida ha infatti rappresentato il segno di una continuità d’intenti che, al di là dei diversi esecutivi che la “mammina” riusciva a comporre, offriva l’immagine di un paese comunque solido e convinto. Alla fine, sostanzialmente unito, almeno nella difesa dei propri interessi.
Il socialdemocratico Olaf Scholz è stato praticamente sempre in testa ai sondaggi. Con la decisa discesa in campo di Angela Merkel i cristiani democratici tedeschi e i cristiani sociali bavaresi, e il loro candidato, il governatore del Nordreno-Vestfalia Armin Laschet, si sarebbero riavvicinati. E’ dunque atteso un finale sul filo di lana tra i due, entrambi dati vicini al 25 % ( CLICCA QUI ).
Se fosse così, ci si potrebbe trovare con la nascita di una coalizione probabilmente destinata ad invertire il movimento del pendolo più a sinistra, giacché Scholz potrebbe formare uno schieramento con i Verdi della Annalena Baerbock, accreditata con circa il 17%. Addirittura, assistere al formarsi una coalizione ancora più di sinistra grazie all’aggiunta della Linke, cui sono accreditati voti tra il 6 e l’8%.
Nel corso della campagna elettorale, Scholz si è rappresentato come un rassicurante continuatore di centrosinistra della “ecumenicità” di Angela Merkel. E’ giunto nella coda finale della campagna elettorale ad auspicare che Ue e Regno unito cooperino da “buoni amici” ( CLICCA QUI ). Anche perché non gli sfuggono le difficoltà che i britannici stanno già incontrando per l’aver impostato la Brexit in termini persino autolesionisti, come dimostra la difficoltà provocata al trasporto delle merci dalla mancanza di un numero sufficiente di camionisti, così come quella di altra forza lavoro scarseggiante in numerosi settori vitali.
Il socialdemocratico, nel momento in cui fa capire che potrebbe aprire alla Linke si preoccupa, però, di avvertire l’estrema sinistra sulla necessità di ammorbidire i toni sull’Europa perché egli non ha alcuna intenzione di mettere in crisi l’immagine rassicurante e inclusiva che è stato capace di costruire nel segno di quella che egli rappresenta come continuità. Molti rimproverano al democristiano Laschet, invece, di essere finito troppo appiattito sull’immagine di un centrodestra ingessato e magari pronto a sostenere la ripresa di una linea di austerità.
Se le cose dovessero essere confermate dai sondaggi tedeschi, ci dobbiamo aspettare in Italia che il centrosinistra nostrano s’intesti la vittoria di Scholz per coprire i propri ritardi e i propri limiti. La nostra destra, invece, potrebbe incassare un’altra delusione con la conferma che i consensi a due cifre per il partito xenofobo e razzista della AfD non lo fanno andare oltre la marginalità e l’ininfluenza.