In ordine al tema della “maternità surrogata”, la posizione di piena e ferma contrarietà di INSIEME è già stata ampiamente documentata e motivata, su queste pagine, a suo tempo. Non ci resta che ribadire le stesso avviso.

La maternità è un evento unitario, un “atto unico”, per quanto si prolunghi nel tempo e nel tempo sviluppi, per successivi momenti, l’intera gamma di potenzialità, che pur contiene tutte in sé fin dalla sua prima origine. Si tratta di un cammino continuo, coordinato e coerente, scandito per passaggi subentranti, nel corso del quale, infatti, ogni fase è in ragione di quelle che la precedono ed in funzione di quelle che le succedono. Ogni divisione, per parti separate, di questa ininterrotta consequenzialità rappresenta un vulnus.

Malgrado i continui progressi della scienza e al di là dei facili entusiasmi che suscitano, siamo sicuri di saperne abbastanza – in merito alla vita, agli stessi processi biologici che presiedono al suo apparire – da poterne manipolare i percorsi con tanta sicumera?

Concepimento, gestazione e parto non rappresentano che il primo momento, l’avvio di un’avventura che non ha mai fine.

Per quanto concerne, il “reato universale di maternità surrogata” non entriamo qui nel merito, se non per sostenere che, qualunque cosa ne sia, ogni bambino che approdi alla vita, qualunque sia il percorso che ve lo ha condotto, per chi crede è figlio di Dio e, per chi non crede, è rivestito della stessa dignità umana che ad ognuno compete. In nessun modo, i suoi diritti, in ogni ambito e sotto qualunque latitudine, possono essere misconosciuti, negati o discriminati.

 

 

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