L’Europa e l’Italia avevano bisogno di una frenata dell’inflazione. E sembra che quasi magicamente la cosa sia avvenuta nel mese di novembre in tutta l’eurozona. Con un calo che appare persino più consistente delle attese. Una buona notizia che serve soprattutto a chi ha bisogno di chiedere in prestito soldi perché si spera che sulla scia di queste notizie la Bce allenti la morsa e cominci a ridurre il costo del denaro giunto a picchi altissimi proprio per mantenere il livello dell’inflazione il più vicino possibile al 2%.
Così le ultime notizie ci dicono di una media generale del 2,4%, in calo rispetto al 2,9% di ottobre in tutti i 20 paesi seguiti dall’agenzia statistica europea Eurostat, cioè quelli con l’Euro.
Nel frattempo, ci sono preoccupazioni per un ulteriore indebolimento della crescita economica in tutta l’Eurozona, poiché le famiglie e le imprese si trovano sotto pressione a causa degli alti costi della vita e degli elevati tassi di interesse.
E qui entrano in scena i dati specificamente italiani. A proposito dei quali si registra che i pressi sono scesi di circa lo 0,4% ma con gli alimentari cresciuti dello 0,7. L’Unione nazionale consumatori giunge a sostenere che il calo “è solo un miraggio dovuto alla matematica e al fatto che a novembre 2022 si era raggiunto il record dell’11,8%, un rialzo da primato che non si aveva dal marzo del 1984″. Anche i dati generali del nostro Paese ci dicono della distanza che ancora ci separa dal resto dei paesi europei: in realtà, la nostra inflazione è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo (al netto degli energetici e degli alimentari freschi).