Pubblichiamo la seconda parte del documento elaborato dal Dipartimento “Lavoro, Politica Industriale e Innovazione” di INSIEME sotto il titolo “Mondo del lavoro e della Produzione : politiche per un lavoro più giusto”. Del documento, realizzato con il coordinamento di Roberto Pertile e il contributo di Vera Negra Zamagni, abbiamo diffuso la prima parte ieri (CLICCA QUI)

B. IL CONTESTO

B.1.Un cambio di rotta necessario

Il fallimento sociale del modello neo-liberista è un dato di fatto. Dagli anni novanta, cioè dal crollo del muro di Berlino, vi è stata una egemonia, nell’area economica occidentale, della dottrina neo-liberista. Ha, in altri termini, prevalso un mercato fortemente de-regolamentato, che ha sostanzialmente neutralizzato le politiche sociali, in particolare quelle di redistribuzione del reddito.  Anche le politiche industriali strutturali sono state, di fatto, azzerate dal modello neo-liberista. Il risultato è stato da un lato il sensibile aumento dei redditi delle elite, e dall’altro l’incremento delle disuguaglianze socio-economiche dei ceti medio-bassi.

In questo consiste il fallimento sociale del modello neo-liberista.

Pure fallimentare, come sappiamo, è la gestione dell’ambiente. Anche in questo caso il mercato, lasciato libero di operare secondo la logica della massimizzazione del profitto, ha prodotto disastri ecologici che negano la centralità della persona umana su questa terra. Occorre cambiare registro e gli economisti più accorti se ne vanno convincendo. Ma non è facile trovare un paradigma alternativo.

B.1.1. L’economia deve tornare ad essere civile

 La stella polare di una creativa e innovativa coesione sociale nel post-neoliberismo è rappresentata dal paradigma dell’Economia Civile, (Stato, Mercato, Comunità). E’ all’interno di questo nuovo paradigma economico, che è basato sul “Bene Comune”, la “Felicità Pubblica” e il “Mercato Civile”[1], che al lavoro potrà essere ridata dignità. Si riconoscerà al lavoratore non solo una retribuzione equa, ma anche un ruolo capace di far fiorire i suoi talenti, perché si praticherà il primato della persona, in questo modo riportando quella coesione sociale che oggi è latitante.

Se non si parte da un nuovo paradigma, qualunque chiamata a mutare approccio in campo economico sarà una pura petizione di principio.

B1.2. Posizionamento dell’Europa (e dell’Italia) in un sistema Multipolare

Si sta realizzando un sistema multipolare degli assetti economici internazionali, che ha origine dal declino degli Usa come potenza egemone. La Cina, in primo luogo, insieme a India, Russia, Brasile, Alleanza Africana e altri minori, operano per ottenere un’autonomia economica e finanziaria rispetto al sistema produttivo occidentale. L’Italia e l’intera Europa si trovano di fronte alla sfida di gestire gli effetti dei profondi cambiamenti mondiali, che danno vita ad una nuova competitività globale. È ragionevole prevedere aspri conflitti tra gli operatori, scontri che coinvolgeranno tutti i mercati, nessuno escluso. E’ urgente contribuire a posizionare Italia e Europa su valori che le distinguano da altri attori internazionali.

B 1.3.Siamo di fronte ad una rivoluzione tecnologica dirompente (disruptive)

 Ormai è diffusa la consapevolezza che l’IA (Intelligenza Artificiale) sia una rivoluzione tecnologica che, sull’onda dell’elettronica, sia andata molto oltre la produzione di una tecnologia in più rispetto al passato. L’IA ha ricadute sull’intera società, in modi che ancora non siamo in grado di comprendere appieno, ma che già intuiamo come radicali. Questo tema da solo meriterebbe un importante approfondimento. Dove va il mondo del lavoro sulla base dell’IA? Vincerà il progetto transumanista dei singolaristi della California, che prevedono che entro il 2050 il lavoratore sarà interamente sostituito?

Note

Per chi poco sapesse di questa tradizione italiana, esiste un grosso volume Treccani a cura di Vera Negri Zamagni e Pierluigi Porta che dà conto di questa sostanziosa e influente tradizione economica italiana, marginalizzata negli ultimi due secoli e mezzo dalla tradizione anglosassone dell’Economia Politica, responsabile dei disastri attuali. Cfr. Enciclopedia Italiana, Appendice VIII. Il contributo Italiano alla storia del pensiero. Economia, a cura di V. Negri Zamagni e P. Porta, Roma, Treccani, 2012.

Per un approccio più diretto e semplice all’Economia Civile, L. Bruni, S. Zamagni, Economia civile; Il Mulino, 2007 (c’è anche una versione più recente).

 

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