INSIEME ribadisce la contrarietà all’attivazione del Mes originario che contiene le cosiddette “condizionalità”, ma ritiene che, invece, lo strumento del Mes per la Sanità possa rivelarsi utile all’Italia per una ristrutturazione del Sistema sanitario Nazionale sulla base di una riorganizzazione della medicina di territorio. Di seguito il comunicato stampa diffuso da INSIEME.
INSIEME, ritiene che il Mes per la Sanità, adeguatamente chiarito nella sua disciplina, possa rispondere al
contrasto degli effetti del diffondersi della pandemia da Covid-19 e servire a ristrutturare tutto il sistema
sanitario italiano che nel corso del 2020 ha mostrato tutti i suoi limiti, soprattutto a causa della non adeguata
presenza della medicina di territorio.
La reazione che il Governo Italiano, e le Regioni, devono organizzare non potrà che essere pari e proporzionata alla straordinarietà dell’emergenza pandemica che ci ha colpito. Avvalendoci quindi di misure e strumenti straordinari sia nazionali sia europei, tra i quali il Mes per la Sanità.
Esso, ad esclusione di quella che lo destina unicamente ad interventi per il Servizio sanitario, non prevede più le forti condizionalità (simili a quelle previste dalla UE nel corso della crisi greca) che hanno mostrato tutti i propri limiti etici e operativi e che hanno sinora costituito una forte remora per il ricorso ai fondi del MES originario. Se il primo MES era uno strumento, quasi bancario, figlio della dottrina della “stabilità” o più prosaicamente dell’austerity (come pure l’accordo intergovernativo chiamato Fiscal Compact, chiaramente da rimodulare, vista la evidente irragionevolezza nella tempistica del rientro del debito), con le ultime modifiche introdotte si auspica la prospettazione di una UE più responsabile e più cooperativa, che andrà messa alla prova dei fatti.
In questo contesto la valutazione di “INSIEME” non può che essere favorevolmente orientata per il solo Mes per la Sanità. Per due aspetti soprattutto: la rilevanza della disponibilità per l’Italia (circa 37 miliardi), e la celerità dei tempi per il suo utilizzo. Senza sottacere che un tale debito, in capo al Mes, si sottrarrebbe alle forche caudine della
mutevolezza e delle oscillazioni dei mercati finanziari e registrerebbe costi più contenuti rispetto ad altre forme di indebitamento, oltre che poter beneficiare dei diritti degli OMT (ossia della garanzia della BCE).
Rimangono comunque alcuni aspetti che vanno ulteriormente chiariti, e necessariamente puntualizzati. Soprattutto per le prevedibili ricadute che si potranno verificare nella fase della Sorveglianza del post-programma: sia nel “durante”, che nella verifica finale. Così, se la dichiarata “esclusività dell’utilizzo in ambito sanitario” non cancella
le condizionalità macroeconomiche previste nelle finalità costitutive del MES, un “impegno formale” che ribadisca esplicitamente, fra le condizioni e gli obblighi, la presenza della sola condizionalità di destinazione di spesa in ambito sanitario, adottato dal Consiglio Europeo o in via subordinata, dall’Eurogruppo, potrebbe essere una prima, minima condizione da portare rapidamente a compimento sul piano normativo per superare le residue remore alla sua attivazione.
La “diversa ” caratteristica che assume il Mes, di cui in questi giorni si deve decidere l’utilizzazione, rende ragione dell’urgenza dell’intervento, ma non supera e non consente di accantonare anche tutte le complesse questioni (come ad esempio quella del rientro del MES nel perimetro degli organismi della UE, per evitare potenziali competizioni con le più democratiche istituzioni della Commissione e del Parlamento Europeo) legate alla possibilità di una modifica – di cui si propone con forza l’avvio nel brevissimo termine – del relativo Trattato che, avendo rango costituzionale, richiederebbe procedure complesse e tempi più lunghi, non compatibili con la necessità di intervenire al più presto per arginare la crisi portata dalla pandemia.
INSIEME ritiene infine, che il tema dei temi sia quello che pone al centro dell’agenda la mancata crescita, che
dura da quasi vent’anni e che sta impoverendo le famiglie italiane ed indebolendo l’intero sistema produttivo.
Superare la fase dell’austerità per imboccare decisamente la strada della ripresa degli investimenti privati e
pubblici, mettendo mano anche agli sprechi, e usandone i risultati in ancora maggiori investimenti pubblici,
sarà la strada maestra della nostra azione politica.
E in coerenza con questa impostazione ogni sforzo andrà indirizzato ad utilizzare al meglio i fondi della Nex
Generation EU, sia quelli a prestito che quelli a fondo perduto; anche superando le nebbie e le incertezze
sempre più evidenti dell’azione dell’attuale Governo, mettendo come priorità le infrastrutture eco-sostenibili,
gli investimenti nei trasporti e nella logistica soprattutto nel Mezzogiorno, dando risposta all’emergenza
sanitaria e con un piano straordinario per la scuola e la formazione dei giovani italiani.