Secondo la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, il dieci per cento della popolazione popolazione mondiale, oltre 800 milioni di persone, va a letto affamata ogni notte. Inoltre, recenti dati raccolti rilevano che circa258 milioni di persone in 58 paesi e territori hanno affrontato un’insicurezza alimentare acuta a livelli di crisi o peggiori nel 2022, rispetto a 193 milioni di persone in 53 paesi e territori nel 2021 ( Global Report on Food Crisis CLICCA QUI).
Pur considerando che i dati risentono della crescita della popolazione, è evidente come ci si trovi di fronte ad una inversione di quella tendenza che nei decenni scorsi andava verso una diminuzione della fame mondiale. Dal 2019 in poi il numero di individui denutriti è aumentato di oltre 150 milioni. Le cause principali sono da individuare nei conflitti, nei cambiamenti climatici, a causa degli shock economici e della pandemia da COVID-19. In ogni caso, da quando la Fao ha cominciato a realizzare questo tipo di rapporti, questo è il numero più alto mai registrato.
Nel 2022, la gravità dell’insicurezza alimentare acuta è aumentata al 22,7%, rispetto al 21,3% nel 2021 e fa registrare una tendenza al deterioramento dell’insicurezza alimentare acuta globale.
“Più di un quarto di miliardo di persone stanno affrontando livelli acuti di fame, e alcuni sono sull’orlo della fame. Questo è inconcepibile”, ha scritto il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres nella prefazione del rapporto. “Questa settima edizione del Global Report sulle crisi alimentari è un fermo atto d’accusa contro l’incapacità dell’umanità di fare progressi verso l’obiettivo di sviluppo sostenibile 2 per porre fine alla fame e raggiungere la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione per tutti”.
Cinque sono i paesi più interessati dai livelli acuti di fame: Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, aree della Nigeria e Yemen. Le donne sono le più colpite e rappresentano circa i due terzi dei più affamati. L’80% vive in aree soggette a cambiamenti climatici.
La crescita della fame mondiale è determinata anche dal consistente aumento del costo del cibo. La Fao ha calcolato che, tra il 2019 e il 2022, l’Indice dei prezzi alimentari – che misura la variazione dei prezzi globali di un paniere di prodotti alimentari tra cui zucchero, carne, cereali, latticini e olio vegetale – è passato da 95,1 punti a 143,7 punti. Un deciso contributo al peggioramento della situazione è poi venuto, ma i dati ufficiali saranno conosciuti in un prossimo futuro, dalla guerra d’Ucraina perché il paese attaccato e la Russia sono due dei maggiori produttori mondiali di cereali di base, semi oleosi e fertilizzanti.
La maggior parte della popolazione mondiale denutrita vive in Asia, dove circa 425 milioni di persone hanno sofferto la fame nel 2021, mentre in Africa, in quello stesso anno, con 278 milioni colpiti quell’anno, si è registrato il tasso più alto in relazione al numero della popolazione.