1 – Abrogazione del voto congiunto
2 – Abrogazione delle soglie di accesso
3 – Firme per proporre candidature
necessarie per tutti
4 – Abrogazione delle pluricandidature
Questi i quattro quesiti già depositati in Cassazione e presentati al Teatro Parenti di Milano, venerdì sera, dal “Comitato Referendario per la Rappresentanza”, contro il cosiddetto “Rosatellum”, legge elettorale oggi vigente.
La quale, non da meno delle precedenti leggi maggioritarie – vedi il Porcellum – di fatto, priva gli italiani della facoltà di scegliere autonomamente i propri rappresentanti in Parlamento, cedendo tale facoltà allo strapotere ed alle discrezionalità delle oligarchie dei partiti o addirittura alla singolarità dei loro segretari del momento.
I gruppi parlamentari, anziché luoghi della rappresentanza dei territori e dei corpi intermedi, degli interessi che si rincorrono nella società civile e chiedono di essere condotti attraverso percorsi di reciproca conciliazione, diventano sempre più apparati di garanzia del leader di turno.
Alla manifestazione di Milano – analoga iniziativa si terrà prossimamente a Roma – ha concorso anche INSIEME, che ha approfondito l’argomento e deciso, con il voto unanime del proprio Consiglio Nazionale, di prendere parte attiva ad una operazione di importante rilievo sia istituzionale che schiettamente politico.
Il quale è in sintonia con la puntuale contrarietà che INSIEME ha espressamente dichiarato, per tempo e senza studiate tergiversazioni, nei confronti della riforma costituzionale avanzata dal governo Meloni.
Non a caso abbiamo incontrato la prima volta gli amici del “Comitato Referendario per la Rappresentanza” in occasione del Convegno che lo scorso 23 marzo, sempre a Milano, abbiamo proposto contro il premierato, introdotto dalle relazione del Prof. Enzo Balboni e del Prof. Armando Lamberti.
Gli amici che hanno fondato il “Comitato Referendario” vengono, peraltro, dalla scuola del senatore socialista Felice Besostri, il “difensore degli elettori”, purtroppo scomparso lo scorso gennaio, ispiratore e protagonista di tante battaglie – a cominciare da quella contro il Porcellum – dirette a difendere la piena ed effettiva sovranità che la Costituzione pone in capo al “popolo” e, dunque, alla responsabile, libera, personale determinazione di ciascun cittadino.
Ed a contrastare norme, disposizioni, regolamenti che, attentamente studiate, cordialmente e concordemente sostenute da ambedue i poli, “proteggono” il sistema politico-istituzionale dalla possibile entrata in campo di altre formazioni politiche.
Consapevoli, in altri termini, che andiamo ad assumere un impegno che passa oggi dal referendum anti-Rosatellum, poi, con ogni probabilità, dal referendum sul “premierato”e concerne l’ambizioso programma di concorrere a disegnare i tratti di quella che possiamo chiamare “democrazia del tempo post-moderno”.
Non vogliamo ballare alla musica della Meloni, né limitarci a contrapporci, punto per punto, in una partita che la veda, in ogni caso, al centro del ring. Pensiamo, piuttosto, sia necessario costruire un cammino, come sostengono anche i nostri amici, che vada “dall’ astensione alla rappresentanza” attraverso processi di partecipazione ampia ed attiva al “discorso pubblico”.
Domenico Galbiati