Israele ha annunciato la sospensione della costruzione di nuovi insediamenti nella Cisgiordania occupata per “i prossimi mesi”. L’annuncio giunge dopo il voto unanime con cui il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha espresso “profonda preoccupazione e sgomento” per i recenti sviluppi”. Una dichiarazione simbolica il cui messaggio, però, è stato colto dal Governo di Benjamin Netanyahu.
Il voto unanime dei 15 componenti il Consiglio è giunto dopo che si è deciso di scegliere una via meno dura e sulla cosa si è detta d’accordo anche l’Autorità della Palestina. In molti vedono dietro questi fatti anche la forte pressione esercitata dagli Stati Uniti sul Governo israeliano. Washington era giunta ad avvertire pubblicamente Israele sulla propria contrarietà agli annunci sulla legalizzazione di nove insediamenti e la costruzione di quasi 10.000 nuove unità abitative negli insediamenti esistenti. Gli Usa si erano aggiunti alle critiche avanzate dai principali governi europei, tra cui quelli di Francia, Germania, Italia e Regno Unito.
Il compromesso non è piaciuto ai rivali palestinesi di Fatah, che guida l’Autorità della Palestina. Hamas, infatti, che controlla la Striscia di Gaza ha duramente criticato il documento di più dura condanna di Israele.