Secondo molti in Israele vi è stata la più grande protesta di massa di sempre. Oltre 500mila le persone scese in strada per manifestare contro la riforma della giustizia annunciata dal Governo perché considerata un vero e proprio attacco alla democrazia. E questo sta avvenendo mentre cresce la preoccupazione dell’intesa raggiunta tra Arabia Saudita e l’Iran.
The Jerusalem Post (CLICCA QUI) rivela tutta l’ansia vissuta in Israele dopo l’arrivo della notizia sulla ripresa delle relazioni diplomatiche tra i due paesi del Golfo. Una preoccupazione che ha portato l’ex primo ministro Yair Lapid a sostenere che lo Stato ebraico è di fronte ad “uno sviluppo pericoloso che priva Israele del suo muro difensivo regionale contro l’Iran”.
Una ulteriore occasione per puntare il dito contro l’attuale Primo ministro Benjamin Netanyahu: “L’accordo tra l’Arabia Saudita e l’Iran riflette il completo e pericoloso fallimento della politica estera del governo israeliano”.
Quella di Lapid non è una voce isolata. Molti i politici israeliani sottolineano come la mossa finisca per sabotare una dei principali obiettivi del nuovo governo di Netanyahu: normalizzare i legami con l’Arabia Saudita e con i paesi del Golfo.
Anche un altro ex Primo ministro, Naftali Bennett, ha definito la notizia della rinnovata alleanza Iran-Arabia Saudita uno “sviluppo serio e pericoloso per Israele” e una “vittoria politica per l’Iran. “Questo dà un colpo fatale agli sforzi per costruire una coalizione regionale contro l’Iran”.
Pure Bennett non risparmia l’attuale Capo del Governo dello Stato ebraico: “Il governo Netanyahu è un clamoroso fallimento economico, politico e di sicurezza, e ogni giorno della sua esistenza mette in pericolo lo Stato di Israele. Abbiamo bisogno di un ampio governo di emergenza nazionale, che lavorerà per riparare i danni”.