Jeffrey Sachs, autorevole economista e saggista statunitense, professore ad Harvard già a 29 anni, consigliere di presidenti USA e di segretari ONU (già Direttore del Millenium Project che ha stilato gli Obbiettivi di Sviluppo del Millennio), direttore dell’Earth Institute alla Columbia University fino al 2016, ospite d’onore a vari convegni internazionali, spesso ospite anche in Italia, ha iniziato questa settimana una collaborazione con il quotidiano Repubblica; e fin qui, sarebbe una mera notizia di servizio.
Quello che ha colpito molti commentatori (CLICCA QUI), però, è che l’abbia iniziata sicuramente con piglio rivoluzionario, con affermazioni sorprendenti, paragonabili a quelle di una deflagrazione nucleare.
Scrive infatti Jeffrey Sachs che, essendo entrati in un mondo multipolare, c’è urgente bisogno di intensificare il dialogo con gli altri Paesi e di andare oltre la propaganda semplicistica dei nostri governi. Ma attenzione a cosa arriva a scrivere: qui in Occidente, dice Sachs, siamo bombardati quotidianamente da narrazioni ufficiali e ridicole, per lo più provenienti da Washington: la Russia è il male puro, la Cina è la più grande minaccia per il mondo e solo la Nato può salvarci. Scrive ancora Sachs: “Queste dabbenaggini, imbastite all’infinito dal Dipartimento di Stato americano, sono di grande ostacolo alla soluzione dei problemi globali. Ci intrappolano in mentalità sbagliate e persino in guerre che non avrebbero mai dovuto verificarsi e che devono essere fermate con i negoziati piuttosto che con l’escalation. Quando accetteremo la realtà di un mondo multipolare, saremo finalmente in grado di risolvere i problemi che finora ci sono sfuggiti”. E già fin qui c’è da saltare sulle sedie.
Questo di Jeffrey Sachs sembra infatti un articolo scritto da Alexander Dugin. Dopo che per mesi ci hanno detto su tutte le testate, tutte le televisioni, praticamente il contrario, sul tempio del giornalismo progressista italiano troviamo questo articolo abissalmente controcorrente. Prosegue Jeffrey Sachs: “In primo luogo dovremmo capire che le alleanze militari come la Nato, non danno risposta alle vere sfide che dobbiamo affrontare. Le alleanze militari sono infatti un pericoloso anacronismo, non una vera fonte di sicurezza nazionale o regionale. Dopotutto, è stato il tentativo degli Stati Uniti di espandere la Nato alla Georgia e all’Ucraina a scatenare le guerre in Georgia nel 2010 e in Ucraina dal 2014 a oggi. Né il bombardamento di Belgrado da parte della Nato nel 1999, né i 15 anni di missioni in Afghanistan, né il bombardamento della Libia nel 2011, hanno centrato reali obiettivi”. Ma, conclude, neppure la Cina è una grave minaccia come viene dipinta oggi in Occidente. Gli Stati Uniti cercano di dare a intendere che viviamo ancora in un mondo guidato dagli USA e che la Cina è un pericoloso contendente da bloccare. Ma la realtà è diversa”. Fin qui parte dell’articolo comparso il 10 Gennaio su Repubblica, con un titolo che parlava d’altro (CLICCA QUI).
Quello che viene da pensare è che sicuramente ci vuole molto coraggio per fare dichiarazioni che si scontrano frontalmente con la narrazione unica dei media occidentali. Ci chiediamo allora: potrebbe essere un’anticipazione su quelli che potrebbero essere gli scenari futuri come preconizzati dal World Economic Forum di Davos (CLICCA QUI)? O siamo di fronte ad uno dei pochi esemplari sopravvissuti di uomo libero? Ricordiamo che Sachs aveva già fatto dirompenti dichiarazioni controcorrente quando, dopo essere stato a capo della Commissione Covid della (in questi casi si dice sempre prestigiosa) rivista scientifica Lancet per due anni, aveva affermato di essere abbastanza convinto che il virus fosse stato creato in un laboratorio negli USA: qui il suo intervento con traduzione ( CLICCA QUI e QUI).
Certamente, vista la fonte autorevole di provenienza, le affermazioni sopra riportate dovrebbero essere oggetto di analisi approfondita e anche di richiesta di un confronto diretto con l’interessato: si rischia di scontentare qualcuno, ma dovremmo considerare la cosa come un doveroso esercizio di legittima difesa.
Massimo Brundisini