L’apparizione di ChatGPT sugli schermi di ogni utilizzatore di Internet, da quello dello smanettatore abilissimo, a quello del nonnino che fa fatica anche a mandare una email, ha dato a molti sensazione di una trasformazione del mondo, e dell’inizio di una nuova una fase della storia dell’umanità. O forse addirittura di un superamento dell’era dell’homo sapiens. Con tutte le paure che ne sono conseguite, non solo tra i comuni interauti, e tra le personalità di governo riunite a Londra ai primi di Novembre dal premier britannico Sunak, ma anche presso alcune grandissime figure del settore.
I potenziali pericoli dell’intelligenza artificiale sono, ad esempio, un argomento che Elon Musk l’uomo più ricco del mondo, solleva quasi ossessivamente. Già nel 2013, in occasione della festa per il suo 42esimo compleanno, ebbe un memorabile e appassionato scambio di opinioni che per poco non guastò i suoi rapporti col fondatore di Google, Larry Page (al sesto posto nella graduatoria mondiale della ricchezza) e che pure era suo amico e con cui si frequentava da più di dieci anni.
Se non verranno introdotte misure di salvaguardia, sosteneva Musk, i sistemi di intelligenza artificiale potrebbero sostituire gli esseri umani, rendere irrilevante la nostra specie o addirittura provocarne l’estinzione. Page, invece, pur non negando che questa possibilità non sia da escludere, la pensava diversamente. Che importanza avrebbe, si chiedeva, se un giorno le macchine superassero gli esseri umani in termini di intelligenza e persino di coscienza? Sarebbe semplicemente lo stadio successivo dell’evoluzione. La coscienza umana, ribatteva Musk, è un prezioso barlume di luce nell’universo, e non dovremmo lasciare che si estingua.
Page considerava quella di Musk una sciocchezza sentimentale, e lo contraddisse in maniera quasi arrogante. Se la coscienza potesse essere replicata in una macchina, perché non sarebbe altrettanto preziosa? Accusò Musk di essere uno “specista”, un essere umano che aveva un un evidente pregiudizio favorevole” a favore della propria specie. “Ebbene, sì, caro amico! Sono pro-umano”, ribatté questi. “Amo dannatamente l’umanità.”
“Accordo politico” a Bruxelles
Questa irrisolta controversia era parzialmente, ed oscuramente” dietro le tensioni che, dopo una riunione conclusiva durata ben 35 ininterrotte ore, ha portato due delle tre parti che dovrebbero garantire la governance del Vecchio Continente, cioè il Parlamento e il Consiglio Europeo – la terza essendo la Commissione – a tracciare le linee generali di quello che esse stesse e hanno significativamente definito un “accordo politico”.
Uno spettro si aggirava infatti nei freddi e cupi Palazzi di Bruxelles sin dall’Aprile 2021 quello di una proposta di Regolamentazione che stabilisse ” des harmonisées cocernant l’intelligence artificielle””. Cioè di un Regolamento che favorisse l’innovazione in Europa, limitando al tempo stesso i rischi legati alla possibile deriva di alcune tecnologie estremamente avanzate.
Già allora. – due anni e mezzo fa – si parlava infatti di intelligenza artificiale, ma con questa espressione non si intendeva esattamente la stessa cosa che si intende oggi. Per cui, nella versione emersa dal lavoro della riunione Consiglio-Parlamento, al testo del 2021 è stata aggiunta –su richiesta dei deputati europei – una particolare enfasi sulla necessità di una regolamentazione specifica per alcune tecnologie a forte impatto, come quelle usate per produrre e diffondere sui social fotografie prodotte dall’AI, ma in apparenza più che vere, di un falso arresto di Donald Trump.
Foto che hanno portato alle stelle l’attenzione sule possibilità emerse dopo l’apparizione, circa un anno fa ormai, di alcuni chatbot, in primo luogo ChatGTP, e la diffusione presso il grande pubblico di una prima idea di quanto sia immenso il potenziale che dell’intelligenza artificiale. E di quanto sia esteso il potere destabilizzatore, che essa può avere sulle esistenti strutture sociali e di potere.
Ambizioni nazionali
D’altra parte, mentre i rappresentanti del Parlamento Europeo chiedevano maggiore trasparenza sugli algoritmi e sugli immensi data base che dovranno essere messi a disposizione dei sistemi di AI, i rappresentanti dei governi cercavano di evitare che una regolamentazione eccessivamente severa finisse per rendere più difficile, se non addirittura per far fallire lo sforzo di creare, col sostegno pubblico, alcuni “campioni nazionali“ della AI – come Aleph Alpha in Germania et Mistral AI in Francia. Che spera di potere un giorno contrappore, nella misura del possibile, ai giganti tecnologici ed economici, tutti americani, che dominano in questo campo
Concentrando l’attenzione soprattutto sull’AI generativa, il cosiddetto «compromesso politico » tende a conciliare le due esigenze. Sono perciò previste due regole da applicare in tutti i casi (A) verificare la qualità e l’affidabilità di tutti data base utilizzati nella creazione degli algoritmi, e (b) che non venga violata la protezione dei diritto d’autore. D’altra parte, però (C) dovra essere garantito che i suoni, le immagini e i testi prodotti saranno chiaramente identificati come artificiali. Vincoli rafforzati si applicheranno solo ai sistemi più potenti.
Il testo riprende i principi delle normative europee esistenti sulla sicurezza dei prodotti che impongono controlli imposti principalmente alle aziende. Il cuore del progetto è costituito da un elenco di regole destinate solo agli impianti ritenuti “ad alto rischio”, essenzialmente quelli utilizzati in aree sensibili come
- le infrastrutture critiche,
- la formazione scolastica,
- le risorse umane,
- il mantenimento dell’ordine pubblico.
Questi sistemi saranno soggetti ad una serie di obblighi, in particolare quelli di
- fornire il controllo umano sulla macchina,
- la predisposizione della documentazione tecnica, o anche
- l’istituzione di un sistema di gestione dei rischi.
- La normativa prevede una supervisione specifica dei sistemi di IA che interagiscono con gli esseri umani, e l’obbligo di informare l’utente che è in contatto con una macchina.
Mistral è il nome di un vento, e ciò dimostra ancora una volta quanto siano più immaginifici i Francesi che non i Tedeschi. Ma fa anche capire abbastanza bene l’idea di ciò che i negoziatori di Bruxelles hanno in mente su quelli che potrebbero essere gli effetti dirompenti dei futuri sviluppo dell’invenzione. Che sono chiaramente attesi nel settore generativo, perché è chiaramente in questo campo che si rischia di violare il diritto d’autore, e non certo – se mai in Europa ci saranno – nel settore della “immortalità”, i cui sviluppi per il grande pubblico già si vedono verificarsi. Sviluppi che consentono di “resuscitare”, o meglio di garantire la sopravvivenza della personalità oltre la morte della persona fisica.
Giuseppe Sacco