E’ probabile che Platone redivivo, guardando ai tre che guidano il Governo da Palazzo Chigi, avrebbe nuovamente fatto descrivere da Socrate quella biga alata di cui parla nel suo Fedro.
Ci ritroverebbe la figura raziocinante dell’auriga nel Presidente Conte? Raziocinante e paziente perché forse qualcun altro avrebbe già riportato nella stalla e messo in castigo senza fieno quei due cavalli che, per il filosofo greco, dovevano rappresentare l’irrazionale.
Siamo convinti che in quei due cavalli vedrebbe impersonati proprio i due nostri attuali vice Presidente: scalpitanti, scartanti, decisi a portare ciascuno il cocchio dove meglio, ciascuno di loro, pensa debba andare.
Platone fa dire a Socrate: “Si immagini l’anima simile a una forza costituita per sua natura da una biga alata e da un auriga”.
Nel nostro caso, l’immagine dipinge plasticamente il Governo che gli italiani si ritrovano dopo le elezioni del 4 marzo 2018. Si può convenire sulla platonica riflessione che “Spiegare quale sia, sarebbe proprio di un’esposizione divina sotto ogni aspetto e lunga”.
Oggi, Platone si occuperebbe in particolare di uno dei due splendidi destrieri. E’ quello che vuole fare tutto, è quello che si legge in Fedro, “cessato il dolore che gli veniva dal morso e dalla caduta, a fatica riprende fiato e incomincia, pieno d’ira com’è, a ingiuriare, coprendo di male parole l’auriga e il compagno di giogo perché per viltà e debolezza hanno abbandonato il posto e l’accordo convenuto”.
E’ il cavallo che al Viminale convoca le parti sociali ed annuncia la sue idee personali sulla politica economica. Fa la politica estera, salvo guardare un po’ sgomento la zampa che rischia di restare imprigionata in una tagliola con su scritto “ made in Russia”. Sbraita contro un’Europa che voleva sopraffare e in cui, invece, si trova emarginato.
Lui, però, non è domo. Drizza le orecchie e non ascolta i messaggi che gli vengono spediti da mezzo mondo che conta con il linguaggio criptico, eppure chiaro!, di sofisticate intercettazioni.
L’altro destriero appare meno esuberante e pronto a chinare il capo non appena l’auriga tira le briglie. I Bennetton cui voleva togliere le concessioni autostradali, così, diventano i salvatori d’Alitalia.
Come finirà questa biga? Non è che finirà a sbattere, e noi con essa?