Il 22 marzo 2022 scade, per le Città Metropolitane, il termine per presentare richieste di finanziamento per la riqualificazione urbana ed il potenziamento dei servizi sociali e culturali, a valere sul suddetto Bando che, tuttavia, non richiede solo la compilazione di burocratici allegati. In attuazione della linea progettuale «Piani Integrati – M5C2 – Investimento 2.2» del PNRR pone la pregiudiziale dell’’impiego delle risorse in uno stabile schema di regole di finanza pubblica.
Per individuare detto schema il PNRR consente di ricorrere ad una riforma “abilitante”, nel nostro caso, la nuova amministrazione della P.A. per risultati (cfr. mia nota Politica Insieme del 1 gennaio u.s CLICCA QUI). Si consente, cosi, la corretta elaborazione dei Piani Strategici che sono, appunto lo schema stabile di regole della finanza pubblica richiesto. Ne deriva una Citta metropolitana che, governando con un criterio di oggettiva virtuosità finanziaria i rapporti all’interno del territorio metropolitano ed all’esterno, diventa non solo Policentrica ma anche “Ammagliata.” Con questo termine, utilizzato nella pianificazione territoriale in Francia, si enfatizza l’obiettivo della integrazione tra i poli, aumentandone il grado di connessione, e riducendo uno dei difetti fondamentali del policentrismo spontaneo: la gerarchizzazione tra i poli, con il rischio di compromettere la solidarietà intercomunale e più in generale la coesione territoriale.
Una verifica della funzionalità-di questo modello di Città Metropolitana è rappresentata dal Piano strategico dell’Area Metropolitana torinese(Torino 20/V/2016), il più difficile perché relativo al territorio più esteso d’Italia: 315 comuni divisi in 11 zone omogenee. Ha risolto il problema della “polverizzazione “dei comuni, estendendo anche ai territori esterni detto risultato positivo. Interessanti convergenze sono riscontrabili anche nel piano Strategico dell’Area Metropolitana di Milano (2019/2021) che, con i “beni comuni territoriali “, estende anche alle aree esterne i risultati ottenuti ed in quello di Bari, articolato sulla maggiore capacita di spesa per investimenti dei comuni.
Pertanto, risulta evidente che il “Modello di Città Policentrica Ammagliata “ è l’Attaccapanni (per dirla con Luigi Einaudi) che assicura l’ottimo impiego dei fondi del D.M. perché il piano strategico diventa il “fattore scala” che sposta l’attenzione dall’osservanza delle formalità giuridiche all’effettiva capacità di spesa ed al conseguimento dei risultati per i quali è stata stanziata.
In particolare :
1)Riqualificazione urbana
Nelle aree metropolitane si potranno realizzare sinergie di pianificazione tra il capoluogo ed i Comuni metropolitani più piccoli con l’obiettivo di ricucire tessuto urbano ed extra-urbano, colmando deficit infrastrutturali e di mobilità.
Questo obiettivo è diventato realizzabile perché la difficoltà incontrata nel passato a trovare declinazione operativa della pianificazione territoriale negli strumenti di programmazione è superata dalla presenza di un vincolo di bilancio che garantisce la compatibilità delle scelte di investimento con il complessivo equilibrio dei conti.
2)Potenziamento dei servizi sociali
L’attuazione della riforma del Terzo settore, viene accelerata, supplendo alla mancanza di importanti decreti attuativi. In particolare :
2A)Valutazione impatto ambientale :.
viene superato l’ostacolo della difficolta ad individuare un criterio obiettivo per la valutazione di detto impatto, rappresentato dalla definizione di “strumenti sperimentali ““adottata dalla a legge n. 106/2016 .
2B) Coinvolgimento degli Enti del Terzo Settore nella programmazione degli Enti Locali
viene realizzatol’art.55 del Codice del Terzo Settore con l’indicazione del quadro normativo che assicura il coinvolgimento attivo degli Enti del Terzo Settore attraverso forme di co-programmazione e co-progettazione nelle funzioni di programmazione ed organizzazione a livello territoriale.
2C) Uniformità territoriale dei servizi sociali
Dopo venti anni viene realizzato l’obiettivo della legge n.382/2000 assicurando uniformità nell’erogazione dei servizi sociali all’interno del territorio metropolitano evitando effetti anomali e distorsivi.
3 )Beni Culturali leva per il riequilibrio territoriale
Viene data concreta attuazione alla specifica procedura di valorizzazione, prevista dal Codice dei Beni culturali , a seguito della riforma realizzata dal Ministro Franceschini(legge 18/XI/2019)
In conclusione, la Citta Metropolitana, se trasformata in Policentrica ed Ammagliata, con l’adozione di un corretto Piano Strategico, vedrà accettate le richieste di finanziamento perché rispetta la pregiudiziale del PNRR e potrà, quindi procedere alla compilazione dei burocratici allegati.
Infatti, detto modello di Città Metropolitana, chiudendo l’era della finanza locale considerata un bizzarro bancomat della finanza statale, rappresenta lo schema stabile di regole della finanza pubblica nella quale allocare l’utilizzo delle risorse richieste. Ne viene, cosi, assicurato un impiego atto a garantire produttività della spesa, crescita, diminuzione del debito pubblico, del divario Nord/Sud ed anche l’immediato incasso. Infatti, a differenza delle altre (fisco, giustizia ecc), trattasi di una riforma già in vigore dal 1/01/2016 ed anche corredata della valutazione del relativo impatto economico.
Antonio Troisi