Si apre la quarta settimana di “scuola-non-scuola”, dove la lezione ordinaria, ossia la normale attività didattica per l’intero carico orario, è cosa rara (l’abbiamo chiamata la “vittima sacrificale”); nella quale le energie del personale scolastico sono – a seconda dei ruoli – prevalentemente se non totalmente assorbite da attività che nulla hanno a che fare con la normale azione educativa e organizzativa di una scuola e molto di più con il “parcheggio sociale”. Tutto ciò con intensità molto diverse per grado di scuola, come vedremo.

Finalmente c’è stata una ventata di trasparenza sui dati della presenza a scuola in queste settimane di picco della pandemia.

Bisogna dare atto al Ministero dell’Istruzione – pungolato dall’ANP, che nei giorni precedenti aveva diffuso i dati di un sondaggio tra i propri iscritti e da chi come Tuttoscuola aveva invocato di andare oltre il semplice dato percentuale di sintesi nazionale, riportando invece valori assoluti, riferiti, quanto meno, ai livelli regionali – di aver dato una risposta concreta.

I dati forniti dal Ministero per il periodo 17-22 gennaio – che il ministro Bianchi, ancora una volta, ha salutato forse con un po’ di enfasi per il dato complessivo inferiore a quanto temuto – forniscono finalmente un quadro più dettagliato della situazione rilevata nelle scuole statali, relativamente a classi, alunni e personale.

Tutto ok dunque quanto a visibilità su cosa sta accadendo nelle scuole del Paese?

Bene un maggior grado di trasparenza, ma sulle classi che hanno operato in presenza (complessivamente 266.404 su 315.247 rilevate, pari all’84,5%) sarebbe stato opportuno offrire una più ampia ripartizione per grado di scuola. Si riscontra infatti un andamento a due “velocità” ben diverse tra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria, anche in conseguenza delle diverse regole che sono state fissate per la quarantena. Ed è interesse generale conoscere nel dettaglio queste differenze.

Il 15,5% di classi in quarantena di cui ha dato evidenza il Ministero mette insieme situazioni completamente diverse per segmento di scuola.

Infatti le sezioni di scuola dell’infanzia vanno in quarantena – come noto – quando si registra anche un solo contagio tra i bambini della sezione. Dal monitoraggio ministeriale risulta che tra i circa 700mila bambini oggetto di rilevazione (l’82,5% degli 847mila iscritti), quasi 152mila (21,7%) sono “positivi o in quarantena”. Peccato che il report del Ministero non distingua i primi dai secondi; presumendo che i positivi siano almeno un terzo di quei 152 mila, sarebbero circa 50 mila; essendo 41.382 le sezioni funzionanti, significa che in media risulterebbe contagiato più di un bambino per sezione: dal momento che con un solo contagiato la classe va posta in quarantena, è evidente che nella scuola dell’infanzia sono state costrette a sospendere l’attività in presenza ben più del 15,5% delle sezioni della media nazionale. Quante, il 40%? Il 50%? Di più? Perché il Ministero non ce lo dice?

Discorso analogo per la scuola primaria. Le classi di scuola primaria vanno in quarantena con DAD quando si registrano almeno due contagi per classe. Dal monitoraggio ministeriale risulta che tra il milione e 933mila alunni oggetto di rilevazione (l’83,5% dei due milioni e 314mila iscritti), 415mila (21,5%) sono “positivi o in DAD”. Presumendo che i positivi siano almeno un terzo di quei 415 mila, sarebbero circa 140 mila; tenuto conto che le classi funzionanti nella scuola primaria sono 125.495, i bambini contagiati sarebbero in media più di uno per classe. Dal momento che con soli due contagiati la classe va posta in quarantena, è evidente che nella scuola primaria sono state costrette a sospendere l’attività in presenza ben più del 15,5% delle classi della media nazionale. Quante, il 30%? Il 40%? Di più? Perché il Ministero non ce lo dice?

Le classi di secondaria di I e II grado costrette alla quarantena e alla DAD sono sicuramente non molte. Il minor numero delle classi in DAD, secondo il monitoraggio, dipende dalla minor percentuale degli alunni contagiati (15,6%) e dal maggior numero di alunni (almeno tre) contagiati nella classe.

È troppo chiedere di conoscere quanta criticità effettiva stanno vivendo le scuole primarie e le scuole dell’infanzia?

 

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