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La Danimarca farà un referendum per aderire ai programmi di difesa europea

Il primo ministro danese, Mette Frederiksen, ha indetto un referendum per il prossimo Primo giugno per ribaltare la posizione della Danimarca che si è sempre detta fuori da ogni ipotesi di giungere ad una politica comune europea  a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.

L’annuncio di Frederiksen è  giunto in contemporanea alla decisione di aumentare la spesa per la difesa di sette miliardi di corone, pari a poco meno di un miliardo di euro nei prossimi due anni e portando così al 2% del Pil gli oneri nel settore, in linea con i requisiti di adesione alla Nato.

Per far fronte alle nuove maggiori spese annunciate per la difesa la Danimarca allenterà le attuali restrizioni di bilancio e già si prevede un bilancio negativo dopo il 2025.

La partecipazione alla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) consentirebbe alla Danimarca di far parte di operazioni militari congiunte dell’UE e di cooperare allo sviluppo e all’acquisizione di capacità militari nel quadro dell’UE.

Quella della Difesa è una delle quattro aree su cui la Danimarca aveva ottenuto una completa autonomia con l’adesione al Trattato di Maastricht del 1992 insieme al non ingresso nell’Euro, sulle questioni di giustizia e polizia e la cittadinanza dell’UE.

Nel dicembre 2015 i danesi avevano votato no al rafforzamento della cooperazione con l’Unione europea in materia di polizia e sicurezza per paura di perdere la sovranità in materia di immigrazione.

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