Il divario di reddito tra le aziende agricole più grandi e quelle più piccole in Europa è raddoppiato negli ultimi 15 anni e la cosa ha conciso con un sostanziale crollo del numero delle seconde. Secondo la ricerca il numero di aziende agricole inferiori a 30 ettari è diminuito di un quarto negli anni 2010.

Sono le conclusioni cui sono giunti la Farming Accountancy Data Network (FADN) della Commissione europea ed  Eurostat secondo le cui ricerche gli agricoltori del continente hanno realizzato profitti record a seguito della guerra in Ucraina che ha fatto schizzare alle stelle i prezzi dei prodotti alimentari.

Ma sono le grandi aziende agricole a raccogliere la maggior parte dei frutti con le piccole cui vanno, invece, più modesti margini provocando ai loro agricoltori consistenti difficoltà finanziarie e la chiusura di numerose aziende.

I dati sono giunti nel pieno dell’acceso dibattito in corso sugli interventi richiesti dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento. Questione che divide politicamente tutti i paesi europei e che viene sfruttata dai movimenti populisti. I quali, non a caso, raccolgono sempre più voti nelle aree rurali.

Mentre si impennano i prezzi dei prodotti alimentari cresce la disuguaglianza nel settore agricolo tra quanti maturano più profitti e moltissimi di più sottopagati.

Il divario di reddito è aumentato da dieci volte nel 2007 a venti volte nel 2022 se misurato in base al valore aggiunto netto per unità di lavoro agricolo, un indicatore del reddito adatto per confrontare le aziende agricole nel settore, e da trenta a sessanta volte se misurato in base al reddito familiare agricolo, che conta solo le aziende agricole con manodopera non retribuita.

Gli studi hanno dimostrato che le famiglie contadine meno ricche stanno peggio delle loro analoghe in altri settori produttivi.

Secondo alcuni esperti incidono molto i progressi tecnologici perché le aziende più forti sono in grado di industrializzare la produzione con l’utilizzazione di macchinari sempre più sofisticati in sostituzione della manodopera tradizionale.

 

About Author