Marine Le Pen ha proposto a Giorgia Meloni un’alleanza nel Parlamento di Strasburgo (CLICCA QUI) per dare vita a quello che, stando alla sua lettura dei sondaggi di queste ore, potrebbe diventare la seconda formazione più grande dopo il Partito Popolare. Così, si realizzerebbe l’obiettivo della nostra Presidente del consiglio di “costruire una maggioranza alternativa a quella che ha governato negli ultimi anni, una maggioranza di centrodestra… che manderà la sinistra all’opposizione”.
Può darsi, ma questo significa sorvolare sulle grandi divisioni, e sui veti incrociati, che animano le destre europee. Di certo, porsi in competizione piena con il Ppe che potrebbe vedersi erodere parecchi voti sulla destra. Una polpetta avvelenata?
Giorgia Meloni da mesi, infatti, non si è pienamente compromessa. Alternando un sorriso di disponibilità verso Ursula von der Leyen ai suoi discorsi infiammati alle assemblee dei populisti, com’è stato recentemente nel caso della riunione mondiale delle destre organizzata dagli estremisti spagnoli di Vox (CLICCA QUI).
La mossa della Le Pen dev’essere stata preparata da tempo. Sicuramente preceduta dalla decisione, su cui è stata seguita da Matteo Salvini, di rompere i rapporti con i tedeschi di Alternative für Deutschland (AfD) considerato molto vicino al mondo neonazista germanico. Ma restano, comunque, tutti gli articolati rapporti nel mondo della destra. Unita su temi come quelli dell’immigrazione e dell’ostilità alla politica di transizione ambientale e sociale, ma fortemente divisa su altro. Su tutto, la questione del sostegno all’Ucraina che, al momento, non è cosa di poco conto.
Secondo le rilevazioni di questi giorni, le destre potrebbero ottenere il prossimo giugno fino a 165 deputati sui 720 seggi di Strasburgo. Ad oggi divise in due gruppi omogenei: quello dei Conservatori e riformisti della Meloni ((ECR) e Identità e Democrazia (ID) della Le Pen e Salvini. A parte veleggiano i tedeschi della Afd e gli ungheresi Fidesz di Viktor Orbán che, finora, ha solo promesso una possibile confluenza tra i conservatori meloniani da cui, però sono fortemente divisi sulla questione ucraina per il sostegno esplicito offerto alla Russia di Vladimir Putin.
La mossa della Le Pen, ma soprattutto un’eventuale accettazione da parte della Meloni, potrebbe finire per creare problemi soprattutto ad Ursula von der Leyen che ha finora difeso l’attuale maggioranza europea, che prende il suo nome, pur prospettando la possibilità di un coinvolgimento dei Fratelli d’Italia.
La von der Leyen ha due problemi. Il primo, è interno al Ppe visto che molte organizzazioni popolari vivono il rapporto con le destre come un vera e propri concorrenza diretta. Inoltre, esistono forti veti sia contro la Le Pen, sia nei confronti Orban, abbastanza insormontabili. Il secondo, è quello dei rapporti con il socialisti, ma anche con i centristi di Renew Europe e con i liberali che messi tutti assieme condizionano pesantemente le scelte della von de Leyen e dei popolari.