Un caro amico si occupa da anni del problema della cittadinanza per i ragazzi nati in Italia.
Le Olimpiadi ci hanno restituito l’immagine di una Italia multietnica, subito stupidamente criticata da improbabili personaggi in cerca di notorietà carenti di un ragionamento sull’evoluzione che la società italiana sta avendo e subendo sotto la pressione migratoria.
Penso che dovremmo chiarire, prima di passare alle proposte, la differenza tra società multietnica e società multiculturale.
Se non operiamo con attenzione questa distinzione tutti i ragionamenti su come affrontare i problemi sono destinati, inevitabilmente ad arenarsi.
L’idea di una società multiculturale è assurda e da respingere. Non tutte le culture sono uguali e possono convivere.
Una donna, semplifico, o vive a capo scoperto o vive con il burca, vie di mezzo non ci sono. O le libertà sono patrimonio di tutti o non lo sono, non possono essere solo per qualcuno.
Le nostre società occidentali vivono su un equilibrio, in realtà mai stabile, che si basa su tre fattori.
Capitalismo dal punto di vista economico, democrazia dal punto di vista politico, cristianesimo dal punto di vista religioso.
Questi fattori hanno determinato le società in cui le libertà individuali e collettive sono maggiori.
Il godimento di queste libertà ha reso le nostre società migliori dal punto di vista materiale. Il mito del “buon selvaggio” non esiste.
Le società in cui mancano questi fattori, o si mescolano in maniera errata. sono società violente con governi dispotici ed autoritari che tiranneggiano i loro popoli. L’Occidente non è perfetto, ma se si avesse scienza e coscienza di cosa esiste fuori avremmo tutti maggiore attenzione.
Ecco allora il punto. Si ad una società multietnica, ma monoculturale. L’accettazione dei valori occidentali che si basano su quei fattori non può essere negoziato. Suggestioni come la sharia non possono essere accettate dalle nostre società.
Chi si ritrova in questo ragionamento è il ben venuto chi no ha il resto del mondo dove trovare spazio. Se dal punto di vista religioso la questione è facile da intuire, più sottile è quello economico e politico.
Le nostre società non possono essere terre di conquista, l’immigrazione non può essere accettata se significa una espansione coloniale silenziosa.
Pensiamo ad alcune comunità di immigrati che nelle nostre città pretendono la presenza della polizia del loro paese di origine o che, addirittura, chiedono una porta all’entrata di quelli che ritengono siano i loro quartieri. Allo stesso tempo chiedono privilegi legali per le loro attività (anche chiaramente illegali).
Se riusciamo a permeare la società italiana di una monocultura che si basa sulle libertà avremo un futuro sereno, altrimenti, prima o poi, emergeranno tensioni violente e quando si comincia non si sa dove si finisce.
Luigi Milanesi