Sono donne, bambine e bambini a pagare di più le conseguenze della pandemia. A dirlo è WeWorld ( CLICCA QUI ) che ha presentato l’indice “Mai più invisibili”, che stima il livello di inclusione sociale di donne e minori. Nel nostro Paese la pandemia ha peggiorato una situazione già complessa
Queste due categorie sono infatti tra le più esposte al rischio di povertà a causa di un sistema sociale carente e lacunoso sia a livello strutturale che culturale. Per molto tempo i diritti di questi due gruppi sono stati letti e considerati separatamente; di recente, però, è emersa una nuova visione basata da due convenzioni internazionali fondamentali: la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ( CLICCA QUI ) e la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne ( CLICCA QUI .
L’inclusione parte da un concetto di progresso che supera la concezione di potere attualmente diffusa, che porta invece alla discriminazione di genere e alla non considerazione dei minori come soggetti aventi diritto. La condizione necessaria per esercitare diritti individuali è data dalle capacitazioni – come ricordava Amartya Sen già nel 2000 – che tali soggetti dovrebbero possedere. Con questo termine si intende la possibilità effettiva di scegliere liberamente come perseguire i propri obiettivi in base alle aspirazioni e valori personali. Si include in questo il diritto alla salute, il diritto all’istruzione, alla formazione e all’informazione, il diritto al lavoro e alla sicurezza nei luoghi di lavoro, il libero accesso alla vita pubblica e alle risorse pubbliche e il diritto alla mobilità. Queste possibilità assumono forme diverse in base al contesto socio-culturale di cui i soggetti di riferimento sono parte.
I Building Blocks delle azioni concrete
Per puntare ad una piena realizzazione e ad una maggiore considerazione di donne, bambini e bambine, secondo WeWorld bisogna agire su quattro pilastri, o Building Blocks:l’educazione, la salute, l’economia e la società.
Figura 1. I quattro pilastri (Building Blocks) dell’indice di WeWorld
Partendo da questo assunto è stato costituito, come detto, l’indice Mai più invisibili, che è composto da una serie di indicatori che interessano quattro dimensioni:
- il contesto, in cui viene evidenziato l’ambiente, l’abitazione, la sicurezza e la protezione e la violenza contro donne e minori;
- i bambini e le bambine, per cui troviamo indicatori per la salute, l’educazione, il capitale umano e sociale e il capitare economico;
- le donne, per cui emergono la salute, l’educazione, le opportunità economiche e la partecipazione politica;
- la pandemia, per cui sono stati appositamente valutati due indicatori circa la salute e l’educazione.
I risultati: l’inclusività nel contesto italiano
Stando ai risultati presentati, l’applicazione dell’indice al contesto italiano evidenzia come Sicilia, Campania e Calabria siano le ultime regioni in classifica in 21 indicatori su 40. Tra queste e le prime regioni è molto accentuato il divario relativo alle condizioni dei bambini e delle bambine in quasi tutte le dimensioni considerate.
Figura 2. Classifica delle regioni italiane elaborata da WeWorld
Fonte: WeWorld
Per quanto riguarda la condizione femminile, si percepisce un forte distacco sia sul piano dell’educazione e della formazione, sia su quello economico e della partecipazione al mercato del lavoro, da cui ne consegue il rischio di cadere in povertà. Questo aspetto è stato reso ancora più critico dalla pandemia da SARS-CoV-2, che ha portato non soltanto ad una diminuzione delle possibilità lavorative ma anche ad un peggioramento della conciliazione vita-lavoro a causa di un impegno maggiore a livello familiare e di cura. Ne abbiamo parlato, ad esempio, in questo contributo ( CLICCA QUI ) e in questo ( CLICCA QUI ) .
Lavoro e pandemia: effetti devastanti per le donne
Come evidenziato anche dai dati Istat, i tassi di occupazione delle donne sono calati del -2,58% dal 2019 al 2020 (mentre quello degli uomini è calato del 1,67%). In merito, il report di WeWorld sintetizza alcuni dei dati che maggiormente evidenziano gli effetti terribili che la pandemia ha prodotto – soprattutto per le donne – in termini occupazionali e lavorativi. Riportiamo qui di seguito alcuni grafici che mostrano concretamente questi mutamenti. Maggiori informazioni sono disponibili nel rapporto, scaricabile qui ( CLICCA QUI ).
Figura 3. Occupati e ore di lavoro (medie annuali)
Fonte: WeWorld su dati Istat
Figura 4. Occupazione per genere
Fonte: WeWorld su dati Istat
Figura 5. Variazione % rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente dell’occupazione delle donne
Fonte: WeWorld su dati Istat
Giulia Greppi
Pubblicato su Percorsi di Secondo Welfare ( CLICCA QUI )
Riferimenti