Abbiamo sentito parlare di responsabilità da parte della Presidente del consiglio Giorgia Meloni. E, ovviamente, ci si aspetta che uno degli ambiti in cui questa responsabilità verrà dispiegata sia, in particolare, quello della Sanità, a partire da ciò che riguarda la diffusione della Covid -19.
Molto ha colpito che la questione della Sanità sia stata uno dei temi meno frequentati nel corso della campagna elettorale. Non si è più parlato di Sanità territoriale. E sì che tanti motivi, invece, ci sarebbero stati, in particolare alla luce del diffondersi della pandemia che ancora dura.
E’ possibile che una delle ragioni di questa sorprendente rimozione possa essere collegata alla difficoltà che tutti i partiti hanno del ragionare attorno alle cause di tutto ciò. La Sanità è uno di quei temi che confermano il fallimento di un’intera classe politica: la parte che oggi è al Governo, così come quella finita all’opposizione. Parlare di Sanità territoriale in maniera leale e schietta, assumendo un autentico senso di responsabilità nei confronti di tutti gli italiani; significa porre direttamente il tema della sua gestione regionale; delle disparità di condizioni tra le diverse parti d’Italia; della più o meno dipendenza che, nel corso dei decenni, è venuta evolvendo rispetto al sistema privato e dell’impreparazione dimostrata un po’ dappertutto. Siamo di fronte, cioè, a qualcosa di molto scabroso ed imbarazzante per tutti i partiti.
La difficoltà ad affrontare il tema è emerso anche da parte della neo Presidente del Consiglio, e da tutto il contorno della destra. Della Sanità, semmai, si è preferito tornare ad occuparsene al livello di polemica politica che ha caratterizzato in una buona parte tutta la vicenda della pandemia. E spiace vedere che anche Giorgia Meloni, sia pure in maniera melliflua, preferisca farsi portavoce dei “no- vax” affrontando in maniera del tutto ingiustificata il problema astratto delle “libertà”, con ciò dimenticando che una delle principali libertà che si devono tenere ben presenti è quella di evitare di prendersi il virus e di contagiare gli altri.
La Covid -19 non è scomparsa, anzi. L’esperienza vera e concreta che viene dalle nostre relazioni e dalla lettura tra le righe di quel che è pubblicato, e detto, ci dice che il sistema della registrazione effettiva dei casi di positività fornisce un quadro solo parziale del diffondersi del Coronavirus e c’è proprio da temere che il contagio sia molto più diffuso di quel che ci dice il bollettino quotidiano. Un resoconto che si vocifera, adesso, verrebbe persino sospeso o ridotto alla frequenza settimanale. Speriamo che riesca questo tentativo di “spaventare” la Covid -19 attraverso un atto politico o utilizzando sotterfugi sul piano della comunicazione.
Dal Presidente Mattarella viene un monito concreto, invece, su quel che dovrebbe essere oggi il senso della responsabilità, anche per quel che riguarda la Sanità e la pandemia. Non possiamo abbassare la guardia, anche se non siamo più nella condizione di dover contrastare i picchi di contagio, di ricoveri, di utilizzo delle rianimazioni come abbiamo dovuto drammaticamente fare nel corso dei anni scorsi. Una politica sanitaria responsabile da parte di un governo serio non può mai venire meno al principio di precauzione. Soprattutto, in una stagione come questa che potrebbe costituire l’anticamera di spiacevoli sorprese, non appena si entrerà nella fase più fredda e umida dell’anno.
Non sconfiggeremo un’eventuale nuova impennata della Covid – 19 abbandonandoci ad una atteggiamento “ideologico” che, del resto, ha smentito Trump negli Stati Uniti, Johnson nel Regno Unito e Bolsonaro in Brasile. Né servirà provare a nascondere eventuali dati negativi che, inevitabilmente, emergeranno non appena gli ospedali dovessero tornare in sofferenza. E’ una cosa che nessuno si augura e che, ovviamente, tutti dovremmo cercare di evitare: i singoli cittadini e chi si è assunto la responsabilità della guida della cosa pubblica.
Anche sulla sanità, e sulla lotta alla pandemia, misureremo la differenza, o la coincidenza, tra le parole e i fatti in materia di responsabilità.
Giancarlo Infante