Il  progressivo degrado ha reso le Aree interne del Paese un problema di dimension nazionale :  60% dell’intera superficie del territorio nazionale, il 52% dei Comuni ed il 22% della popolazione. Pertanto,  non e piu possibile affrontarlo  con i soliti discorsi   “omnicomprensivi” dai quali, invece, si differenzia nettamente  la proposta del Cardinale Matteo Zuppi. In particolare, il Presidente della CEI  individua  la soluzione del problema nella collaborazione con le città metropolitane per  consentire ai comuni  di dette aree  di  superare ogni  campanilismo  per lavorare insieme, secondo una logica di rete.

Per verificare l’attuabilità della proposta va riconosciuto che l’isolamento delle Aree interne  è  stato  determinato dalla dipendenza  burocratico/ amministrativa dei relativi comuni  dalle città Metropolitane. Cosa da imputare alla vecchia Pubblica amministrazione “per procedure”. Ingessata  da atrofia dei risultati e ridotta ad una sommatoria di pratiche  burocratiche  non ha avuto  la capacità di  misurarsi con la riorganizzazione dei livelli di governo territoriale e implementare le esigenze delle Aree interne nei Piani strategici  delle città metropolitane. Detta subalternità trova  il punto di forza  nella legge n.34/2024 sull’Autonomia differenziata che ha, appunto, un’architettura federalista  legata esclusivamente alla vecchia P. A. “per  procedure”. Infatti, il comma 2 dell’articolo 5 stabilisce che  l’intesa tra Stato e regione individua  le  modalità  di finanziamento delle funzioni attribuite attraverso  compartecipazioni al gettito di uno o più tributi  erariali  maturato  nel  territorio regionale.

Siamo dunque di fronte ad un federalismo basato su una totale deresponsabilizzazione a causa dello scollamento tra chi  ha il privilegio di spendere e chi ha la responsabilità di garantire che le entrate dello Stato siano sufficienti ai fini dell’equilibrio di bilancio. Questo è il guaio di fondo del federalismo dell’Autonomia differenziata che ritroviamo nell’incapacita di risolvere il degrado delleAree interne. Non è bastato  il disastro della spesa sanitaria  causato dall’ impossibile conciliazione tra risorse finanziarie limitate e bisogni  sanitari illimitati, alimentata da  identico scollato meccanismo di finanziamento?

Trattasi di un federalismo falso perché, essendo  irresponsabile  è alternativo al federalismo storicamente vero, quello cioe solidale di  Carlo Cattaneo  che spinse i  bergamaschi  a diventare   protagonisti della spedizione dei Mille. Mutuato dall’economista napoletano Antonio Genovesi  doveva assicurare  a tutti i suoi cittadini  pari diritti e doveri risolvendo cosi anche  il problema del divario Nord/Sud che gia esisteva. Detta  solidarietà veniva assicurata integrando  l’analisi giuridica dell’Ente locale con la conoscenza degli effetti economici sul territorio dell’azione amministrativa, perchè il  personalismo comunitario obbligava  a  verificarne la funzionalità  rispetto alla persona umana (Michele Troisi 1939).

Scomparso è, poi, riemerso come un fiume carsico con la  riforma costituzionale del 2012, che, sostituendo la  vecchia P.A.”per procedure”, con la nuova P.A.”per risultati”,  ha dato rilevanza giuridica alla duplice valenza giuridica ed economica del  modello Carlo Cattaneo(cfr comma 1 artr.97 della Costituzione )

Di qui l’individuazione di un oggettivo criterio di virtuosità finanziaria  che assicura l’elaborazione dei  Piani  strategici delle citta metropolitane atti  a garantire l’equilibrata ripartizione delle risorse destinate ad assicurare efficienza e qualità dei servizi essenziali  all’interno della citta metropolitana ed anche alle Aree interne. In tal modo,  i comuni di detti territori  non rappresentano piu   l’elemento critico nell’ elaborazione dei Piani strategici delle Aree metropolitane  perché, non accentuando la discontinuità del territorio metropolitano, rendono possibile l’articolazione ottimale delle reti di servizi da gestire in forma associata

In conclusione, la proposta del Cardinale Zuppi, grazie al federalismo  storicamente vero, cioe quello solidale, rappresenta una risposta  realistica, praticabiile e fattibile che  abilita le Aree interne a leva del riequilibrio territoriale, ricorrendo ad  obiettivi di natura quantitativa, verificabili sulla base di riscontri obiettivi

Antonio Troisi 

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