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La tragedia di Crotone e l’ipocrisia

Quanta ipocrisia ci ha inondato ieri attraverso i Tg sul tragico naufragio sulle coste calabre a causa del quale sono annegate decine e decine di persone. Gente che chissà quando ha lasciato le proprie case dell’Afghanistan, del Pakistan e della Somalia. Ci sono sì i trafficanti di esseri umani, ma c’è anche una generale incapacità a comprendere andando oltre la strumentalizzazione di parte. Ieri abbiamo visto svolgere in tv il solito “compitino” delle lacrime di circostanza. Questo, però, non è il momento di fare a nostra volta una polemica, del resto resa inutile da fatti, vicende, ed inazioni, che sono sotto gli occhi di tutti da decenni.

La Caritas è così intervenuta: “Quello di Crotone è purtroppo solo l’ultimo di tanti episodi che ci devono interrogare. Questo naufragio avviene all’indomani della conversione in legge del decreto che limita gli interventi di salvataggio in mare.

Caritas Italiana ribadisce l’urgenza di una risposta strutturale e condivisa con le Istituzioni e i diversi Paesi, affinché l’Italia e l’Europa siano all’altezza delle loro tradizioni, delle loro radici e del loro umanesimo. La questione delle migrazioni, della fuga dalla miseria e delle guerre, non può essere gestita come fosse ancora un’emergenza. Penalizzare, anziché incoraggiare, quanti operano sul campo non fa che aumentare uno squilibrio di umanità”.

E allora, preghiamo. Uniamoci alla preghiera di Francesco, come ha invitato a fare il Presidente della Cei, cardinal Zuppi. Quel Francesco che smosse le coscienze a Lampedusa dopo un altro tragico naufragio. Lo stesso Francesco, però, che con il tempo è stato praticamente lasciato solo a parlare degli ultimi.

“Le vittime sono di tutti e le sentiamo nostre”- ha detto il cardinale Matteo Zuppi-“ci uniamo alla preghiera del Santo Padre (CLICCA QUI)  per ognuno di loro, per quanti sono ancora dispersi e per i sopravvissuti. Li affidiamo a Dio con un pensiero per le loro famiglie”. Così il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI e Arcivescovo metropolita di Bologna, ha commentato il naufragio di oggi al largo della Calabria, costato la vita a decine di migranti.

“Questa ennesima tragedia, nella sua drammaticità, ricorda – prosegue il porporato – che la questione dei migranti e dei rifugiati va affrontata con responsabilità e umanità. Non possiamo ripetere parole che abbiamo sprecato in eventi tragici simili a questo, che hanno reso il Mediterraneo in venti anni un grande cimitero”.

“Occorrono – conclude il Cardinale Zuppi – scelte e politiche, nazionali ed europee, con una determinazione nuova e con la consapevolezza che non farle permette il ripetersi di situazioni analoghe. L’orologio della storia non può essere portato indietro e segna l’ora di una presa di coscienza europea e internazionale. Ciò che conta è che sia una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le Istituzioni e i Paesi. Perché nessuno sia lasciato solo e l’Europa sia all’altezza delle tradizioni di difesa della persona e di accoglienza”.

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