Abbiamo sempre pensato che la città di Roma non si risolleverà fino a quando non sarà guidata da chi ha una visione universale.
Roberto Gualtieri, il neoeletto Primo cittadino della Capitale, si è insediato sul Campidoglio dimostrando più capacità di guardare terra terra. Anche questo può andare bene, per carità. Ma iniziare la sua avventura impegnandosi ad aumentare il costo del parcheggio delle auto sulle cosiddette “strisce blu” è davvero un “attraversamento a raso” da parte della politica.
C’ha detto qualcosa di sinistra, ironizzerà Nanni Moretti. Eh sì perché non è che i parcheggi a pagamento, in una città come Roma, dove i trasporti pubblici non possono che essere quello che sono, siano utilizzati dai ricconi. Questi hanno gli autisti, usufruiscono dei taxi e delle auto a noleggio con conducente. In ogni caso cosa vuoi che interessi loro se invece di un euro l’ora il parcheggio salirà, magari, a uno e cinquanta? O se, di conseguenza, lieviteranno i costi dei già più cari parcheggi privati?
Non è insomma il modo d’impronta più popolare per presentarsi ai romani. E’ il solito “popolo bue” che paga. A meno che non sia una perfida ritorsione contro quel 75% circa di elettori che non hanno votato Gualtieri, oppure, e sono ancora di più, contro coloro che neppure sono andati a passare i tre minuti necessari per mettere la scheda dentro l’urna.
Ci saremmo aspettati che Gualtieri ci portasse subito un bel progetto di mobilità cittadina. Magari, dicendoci come intende risolvere il problema dei trasporti anche utilizzando il Pnrr. Magari, riprendendo il dimenticato piano per la creazione dei 15 – 20 parcheggi di scambio che ci promisero in occasione del Giubileo. Poi, ne è stato fatto solo uno. Ma guarda caso, perché si è trattato di limitarsi a risistemare uno spazio già esistente, antistante la stazione della Giustiniana.
Forse Gualtieri non ne ha parlato perché, forse, non ne sa proprio niente, oppure perché ha ben presente che questa è una delle tante questioni inevase della città di Roma e che sta sulla coscienza delle passate amministrazioni romane espressioni della sinistra e del centrosinistra.
Il guaio vero è che i romani sono costretti ad essere saggi e a non prendersela più di tanto perché ne hanno viste troppe, anche se comunque continuano a sperano che un pizzico di universalità illumini qualcuno. Pazienza.