E l’Arcivescovo di Catania non fa neppure sconti al sistema della comunicazione. “L’opinione pubblica – ha dichiarato, tra l’altro- se non è informata rischia di pensare non con la propria testa ma con la pancia. In Italia la disinformazione regna sovrana e quando determinate idee vengono agitate dal punto di vista politico ho dubbi che si voglia avere la verità, ma si dà ragione delle proprie idee ad un elettorato disinformato. Bisognerebbe prima rendersi conto se questi decreti vadano contro i diritti garantiti dalla nostra Costituzione e quelli sanciti a livello europeo”.

Per quanto riguarda le strade percorribili per una possibile situazione della questione migranti, mons Renna dice: “penso ai corridoi umanitari. Questa è la via maestra. Avere un Piano Mattei per i paesi africani può essere un’iniziativa percorribile ma richiede troppo tempo e finora non abbiamo visto nulla di concreto. Non dobbiamo negare a queste persone la libertà di rimanere nel proprio paese oppure se ci sono motivi cogenti di poterlo lasciare. È un diritto umano fondamentale e inviolabile”.

Infine, la conclusione in relazione alle intese con Tunisia e Libia: “Credo sia importante capire quanto siano efficaci gli accordi con la Tunisia perché le maglie sono troppe larghe e le organizzazioni criminali hanno gioco facile. Serve un’analisi più attenta di quanto accade in Libia e in Tunisia, questo deve portare ad una legislazione che non permetta che queste persone vengano ricacciate nei luoghi dove li aspetta la morte. Poi ritengo sia urgente rivedere gli accordi con la Libia. L’inferno delle carceri libiche è sotto gli occhi di tutti. Ci troviamo difronte a paesi che hanno una loro complessità e criticità dal punto di vista democratico. Il problema non è di facile soluzione e non getto la croce su un solo governo ma non si può parlare di un Piano Mattei se prima non si cancella una prassi che si è rivelata fallimentare”.