Con l’esortazione apostolica Laudate Deum Papa Francesco offre un contributo al dibattito globale sulla questione climatica e ambientale, su cui fare maturare una nuova, più equa e più rappresentativa organizzazione delle istituzioni globali.
La sua dura critica al paradigma tecnocratico, che sostanzialmente svilisce la natura a sola merce di cui disporre per profitti immediati senza altre preoccupazioni, si accompagna alla riproposizione del concetto espresso nella sua enciclica Laudato Si’ di ecologia integrale: sociale e ambientale. Nella consapevolezza che, come scritto dai Vescovi americani, la nostra cura per l’altro e la nostra cura per la terra sono intimamente legate. Un equilibrio che si raggiunge attraverso l’uso responsabile del potere fornito all’uomo dalle nuove tecnologie e vincendo le tentazioni che sempre rinascono in forme nuove, di onnipotenza e di volersi sostituire al Creatore.
Nel contempo il pontefice sottolinea un antropocentrismo che si realizza nel riconoscimento delle interazioni e dei legami fra l’Uomo e la natura. “La visione giudaico-cristiana del mondo -afferma il Papa – sostiene il valore peculiare e centrale dell’essere umano in mezzo al meraviglioso concerto di tutti gli esseri”. La signoria dell’Uomo sul mondo si realizza nella custodia e nella salvaguardia del Creato. Implica, cioè, la responsabilità verso le generazioni future e verso tutte le creature. Di particolare attualità, parallela a quella della transizione ecologica, appare il terzo capitolo della Laudate Deum, dedicato all’analisi della debolezza della politica internazionale.
“Il mondo – affermare il Pontefice – sta diventando così multipolare e allo stesso tempo così complesso che è necessario un quadro diverso per una cooperazione efficace”. La questione ambientale come questione globale non può esser affrontata in modo verticistico e accentratore ma esige il coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutte le nazioni e della società civile in una prospettiva di sussidiarietà. L’umanità è così varia che ogni classe sociale e ogni gruppo di Paesi, con situazioni economiche, culturali diverse, deve trovare un proprio percorso alla transizione ecologica, che sia sostenibile sotto il profilo ambientale e sotto il profilo sociale.
In questo modo la necessaria mobilitazione di tutti i popoli della terra per affrontare i cambiamenti climatici può diventare un banco di prova per un ordine internazionale più giusto e più efficace nel garantire la pace e lo sviluppo nella giustizia per tutta l’umanità.
Questa esortazione apostolica pur incentrata sulla necessità di una adeguata iniziativa internazionale per affrontare la questione ecologica non tralascia certo la dimensione personale dell’impegno, sia sotto il profilo civile che quello religioso. E indica la necessità di “un cambiamento diffuso dello stile di vita irresponsabile” per contribuire a ottenere risultati significativi sul piano ecologico perché “gli sforzi delle famiglie per inquinare meno, ridurre gli sprechi, consumare in modo oculato, stanno creando una nuova cultura”.
Papa Francesco riconosce il grande ruolo che può esercitare la società civile nell’avviare questo “percorso di riconciliazione con il mondo che ci ospita” che interpella la dignità delle persone, i grandi valori e le domande sul senso della vita e sulla vocazione trascendente a cui è chiamato ogni essere umano che, come ci dice San Paolo, insieme alla “creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio” (Rm 8, 19).
Giovanni Bottalico
Pubblicato su AgendaDomani (CLICCA QUI)