Laudato sii, o mio Signore, per sora Acqua,
la quale è molto utile, umile, preziosa e casta
Mi permetto sottoporre ai pazienti “25 lettori” alcune riflessioni sul tema dell’acqua e lo faccio, volutamente, qualche giorno dopo la Giornata ONU dell’Acqua del 22 Marzo; questo poiché non condivido la bulimia delle Giornate …ogni giorno una sui temi più vari, certo tutti importanti, che però fanno transitare le varie tematiche in un’ottica di superficialità.
Ne parlo quindi oggi “vergin di servo encomio e di codardo oltraggio” …
La mia riflessione sull’acqua non può che muovere, da cittadino di Assisi e francescano, dalla descrizione che ne dà frate Francesco e ne evidenzio due aggettivi; “utile” e “preziosa”.
Utile, per l’uomo (certo anche per tutto il creato) nella concezione Teo/Antropocentrica di Francesco, oggi “strattonato” verso un biocentrismo quasi panteistico, secondo la moda teatrale imperante.
Preziosa, poiché fronte primaria di vita, da non sprecare e lordare.
Non a caso il pensiero umano, nella religione, nella filosofia, nell’arte, ha sempre posto in primo piano l’importanza dell’acqua: dalla Bibbia a Talete, da Petrarca a Haendel, solo per fare qualche citazione.
Oggi, più che non nei millenni e secoli passati, l’acqua è elemento di fondamentale uso poiché a quello umano e agricolo, fortemente accresciuti in quantità in confronto al passato, si aggiunge quello industriale che è relativamente nuovo datando da un paio di secoli.
Ecco allora che ci si accorge del valore, anche economico dell’acqua, sino a definirla oro blu, lamentandone la scarsità ed il deterioramento qualitativo.
Tuttavia dobbiamo ricordare sia il fatto che sul nostro pianeta la percentuale ricoperta d’acqua è del 71% (il 97% è costituito dagli oceani, il 2,1% si trova nelle calotte polari e nei ghiacciai, mentre solo lo 0,65% è concentrato nei fiumi, nei laghi, nelle falde acquifere e sotterranee e nell’atmosfera, disponibile per tutti gli esseri viventi), quindi l’acqua non é certo poca pur essendo quella “dolce” una quantità minima in confronto al totale. Dobbiamo inoltre ricordare, specie a quell’ecologismo fondato su slogan catastrofistici, il fatto che la quantità complessiva dell’acqua sulla Terra, dalla creazione in poi, è sempre quella: il ciclo dell’acqua è immutabile pur se l’acqua cambia stato: liquido, solido gassoso.
Ecco allora che nella comunicazione ambientale e nell’educazione ambientale non si deve veicolare la concezione che l’acqua sulla Terra venga meno per responsabilità dell’uomo, non viene meno ma l’uso improvvido dell’uomo, specie quello dell’acqua dolce, ne genera spreco e inquinamento che, associandosi ai cambiamenti climatici, dà luogo a fenomeni di siccità e desertificazione, che depauperano intere popolazioni.
Ecco allora che è impegno etico imprescindibile non sprecare l’acqua e evitarne l’inquinamento: scienza e tecnologia oggi lo consentono molto più di ieri …passare, in agricoltura, dalle cannonate d’acqua all’irrigazione a goccia…nell’uso industriale alla depurazione e quindi riuso della stessa acqua; uso di prodotti non inquinanti e biodegradabili; negli usi civili differenziazione fra acque pulite e nere (da depurare e riusare), raccolta dell’acqua piovana.
Poi sistemi di immagazzinamento idrico con creazione di invasi artificiali (fatti bene), efficientamento degli acquedotti esistenti (tutti ci dicono che in Italia sono un colabrodo e creazione di grandi acquedotto) per portare l’acqua ove non c’è o è insufficiente … se facciamo oleodotti e gasdotti di migliaia di Km potremo ben fare “tubi” che anziché petrolio o gas portino acqua …
Insomma una gestione etica, scientifica e tecnologica efficiente dell’acqua, che è bene primario dell’Umanità ed alla quale tutti hanno diritto.
Attenzione però a non confondere l’acqua, che è di tutti, quindi bene pubblico con l’acqua res nullius, ove ciascuno ne fa ciò che vuole, magari gratis…
L’acqua come bene pubblico, riferendomi alla situazione italiana, la vedrei gestita con criteri di efficienza e produttività ai quali l’attuale gestione, frammentata in miriade di enti, società, con presidenti e CdA, direttori generali, apparati, ove le nomine e probabilmente le assunzioni, sono gestite partiticamente, con il risultato degli acquedotti che perdono, non mi sembra rispondere affatto; troppo spesso sono poltrone ed impieghi per politici decotti o per neo politici senza mestiere!
Non sono certo garanzia di acqua bene pubblico, poiché se ne ha una gestione di fatto privatistica della peggior specie; tale è l’etichetta “pubblica”, come dimostra il fatto che il costo dell’acqua sia alto, crescente, uguale per tutti, negli usi privati.
In tali usi vedrei tariffe legate al reddito…gratis per i veri poveri… e poi secondo le fasce di reddito…certo arrivare a questo è complesso, occorrerebbe uno Stato di Garanzia Sociale anziché uno Staro di Assistenza Sociale e, alla base, una cultura ambientale di ecologia integrale e non di ambientalismo partitizzato, ideologico/imprenditoriale.
Insomma, da francescano di Assisi, direi seguiamo Francesco …
Roberto Leoni