Lodevolmente si parla molto, e finalmente, di un ruolo d’assumere nel Mediterraneo. Viaggi, impegni e dichiarazioni che fanno ben sperare. Questo, anche se non guidato in prima persona da Matteo Salvini, è comunque il “Governo del fare, fare… fare”. Bene!

Ma mentre si guarda in grande al “Mare nostrum”, sorvoliamo su cose più terra terra, meglio sarebbe dire più spiaggia spiaggia, quali quelle che vivono in questi giorni di inizio ferie i nostri lidi. Nel caos più totale per quanto riguarda le concessioni balneari.

Fortunatamente, il nostro è un popolo che riesce comunque ad arrangiarsi. E così la gente fa il bagno, si gode gli ombrelloni e le sdraio, sia pure maledicendo i costi cui sono stati portati. Non sono mancate accese discussioni tra qualche bagnante piazzatosi là dove fino allo scorso anno non poteva farlo senza pagare, ma alla fine un qualche accordo sarà stato trovato.

Il fatto è che le concessioni dovevano essere rinnovate e messe a bando dopo decenni e decenni durante i quali restavano sempre in mano solo agli stessi o ai loro discendenti. E intanto veniva fuori che quelle concessioni portano praticamente le briciole nelle casse dello Stato e che le spiagge libere finiscono sempre più ridotte e trascurate. E così vanno comprese anche le proteste di chi crede che il Demanio debba restare un patrimonio di tutti noi.

Il problema è sempre rimandato nonostante i chiari interventi in sede europea e i pronunciamenti della nostra Giustizia amministrativa. L’ultimo da parte del Consiglio di Stato che ha escluso la possibilità di ricorrere alle proroghe cui si è attaccato anche il “Governo del fare” attuale.

E così continua un andazzo per cui molti di quelli che hanno le concessioni, con il prezzo pagato da un solo cliente al mese, si uno solo dei clienti in un mese, copre il versamento richiesto per un anno di intero di concessione. Non ci dimentichiamo che questo è anche il governo del “pizzo di stato”…

Comunque, meno male che gli italiani sanno sbrigarsela da soli ed hanno imparato a subirne di tutti i colori. Altrimenti avremmo dovuto impiegare decine di migliaia di poliziotti e di carabinieri sulle nostre spiagge per evitare discussioni, o peggio. E intanto, chi dovrebbe, continua a mettere tutto sotto il tappeto, o meglio… sotto la sabbia.

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