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Le Olimpiadi, la Pace e … le carriere- di Michele Marino

Sono appena terminate le olimpiadi parigine che ci hanno tenuti incollati alla televisione o con gli orecchi ben aperti ad ascoltare i commenti di Daniele Masala su radioRai 1 e possiamo bearci di un buon risultato complessivo da bravi tifosi dell’Italia. Il primo di essi lo è il presidente Mattarella a pieno titolo, sia per la carica pubblica che per la costanza e la passione verso i nostri atleti. Il suo comportamento è sempre encomiabile, avendo visto tutti con quanta semplicità si è accontentato di un modesto k-way per ripararsi dalla pioggia in tribuna, piuttosto che avere una comoda pensilina com’era doveroso tanto da parte degli organizzatori quanto dalle autorità francesi a ciò comunque preposte. E che dire? Ha già convocato i nostri campioni al Quirinale per conferire loro un titolo onorifico il 23 settembre prossimo.

Mi piace sottolineare l’esempio di giusta caparbietà, voglia disperata di riscatto ed attaccamento ai colori della nazione, dimostrato da Marco Tamberi; mentre vanno esaltate, finalmente, le prestazioni vincenti delle nostre esponenti femminili che hanno battuto quelle maschili quanto al numero complessivo di medaglie vinte! – Ovviamente è squallido che il parlamentare europeo Vannacci se la prenda ancora con Paola Egonu, ormai riconosciuta non solo a livello nazionale come la numero 1 della palla a volo.

Ciò detto, non posso esimermi dal ricordare le tante, vivaci polemiche che ha suscitato la cerimonia d’apertura, soprattutto per le scene tendenti alla blasfemia. Altrettanto dev’esser biasimato il video dell’evento di chiusura, riepilogativo delle prestazioni migliori e delle note meritevoli di cronaca, tra cui quelle dei nostri atleti non sono state degne di menzione ed apprezzamento, neanche le campionesse della palla a volo che hanno stravinto per la prima volta all’insegna del tricolore. Risulta evidente che gli “amati cugini d’oltralpe” non ci amano affatto … ma noi tolleriamo placidamente di essere maltrattati: dai microfoni dell’emittente radiotelevisiva di Stato non ho avuto modo di ascoltare una frase di critica verso l’operato francese o dell’organizzazione CIO. Eppure, si tratta di difendere la dignità ed il valore dei “nostri figli migliori”, i quali si sono impegnati allo spasimo e con serietà professionale emozionandoci e inorgogliendoci tutti, tranne i giornalisti RAI che non si scompongono neanche quando al governo del Paese c’è una maggioranza di Destra ed un presidente del Consiglio e capo di un partito che si chiama Fratelli d’Italia.

Le ultime annotazioni “tecniche” afferiscono al CONI.

La prima è in senso positivo per effetto dell’immediata protesta formale spiccata da Malagò nei confronti dell’arbitraggio sportivo che in più di un’occasione ha lasciato molto a desiderare. E l’altra, invece, non può che esser critica a causa delle polemiche scoppiate tra il Ministro dello sport, Abodi, ed il Presidente del CONI in merito all’eventuale riconferma di quest’ultimo che auspica una deroga al limite dei rinnovi previsti dalla legge. Non mi sembra proprio il caso che ci si dovesse accapigliare su questo tema “carrieristico” o verticistico proprio all’indomani della chiusura delle Olimpiadi.

Infine, non è stata pronunciata la parola Pace nei discorsi conclusivi. Non solo e non tanto per mancanza di coraggio o per vergogna in virtù di quanto poco si stia facendo diplomaticamente e per la mediazione politica. Piuttosto, forse, per il fatto che tra le nazioni partecipanti vi è stato anche Israele che non possiamo definire pacifista, né rispettoso dei diritti umani.

Michele Marino

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