Zaia, il leghista Presidente del Veneto, dice che il Referendum sull’Autonomia differenziata dividerà l’Italia “in Guelfi è Ghibellini”. Un modo per rovesciare i termini di una questione già divisiva di per sé che la Lega ha imposto a Giorgia Meloni e ad Antonio Tajani. Due che, così subendo, sono venuti meno alle loro tanto sbandierare visioni “moderate”.
Moderato, infatti, è uno dei tanti termini che taluni politici rendono ambigui e del tutto avulsi dalla sostanza politica che vorrebbero rappresentare. Cosa c’è di moderato in un provvedimento che trasuda ideologismo, ammesso che si voglia nobiliare l’egoismo sociale leghista, destinato solo ad allargare ancora di più il divario tra le regioni ricche e quelle povere e in difficoltà? E queste ultime non sono solo quelle del Mezzogiorno e delle Isole.
Le contraddizioni in cui sono finiti Giorgia Meloni e Forza Italia sono plasticamente disvelate dall’inascoltato Presidente forzista della Calabria Roberto Occhiuto. Inascoltati nonostante sia il Vice di Tajani nella guida di Forza Italia. E Occhiuto è solo la punta dell’iceberg di una destra del Sud che ha capito bene cosa significhi l’Autonomia differenziata. A partire dalla gestione della Sanità per la quale si rischia di veder crescere quel “turismo sanitario” forzato che è sempre stato valutato costituire un 20, 25% del giro d’affari del sistema sanitario delle regioni del Nord. Così il Sud è fregato due volte e, paradossalmente, serve a non far crollare anche l’offerta dei servizi di cui si vantano, ad esempio, Lombardia e Veneto.
È inevitabile, allora, che il Sud è le Isole si ribellino. È comprensibile che la possibilità di andare al Referendum faccia paura a Zaia e alla Lega.
Intanto, perché farà emergere gravi contraddizioni all’interno della maggioranza, perché mostrerà in modo ancora più palese la scarsa credibilità del nuovo corso nazionalista di Salvini e, soprattutto, esporra’ ad un grosso rischio al momento del voto.
Al Nord troverà comunque il “no” delle sinistre che lo faranno diventare un’ulteriore occasione per presentarsi come alternativa all’attuale maggioranza su temi tanto delicati in materia di sostanziale Unità nazionale. Per il Sud potrebbe rivelarsi un’occasione di riscatto e lo stesso potrebbe valere per altre regioni del centro come nel caso di Abruzzo, Marche e Molise.
È bene che Zaia si preoccupi già ora e chi crede nello spirito della solidarietà e nella vera Unità nazionale, fatta di sostanza e non di puerili dichiarazioni retoriche, deve fare di tutto perché vengano confermate dai risultati del Referendum.