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Le “promesse” della Meloni: il guaio delle accise e il taglio delle pensioni

Diversi amici mi hanno scritto ieri, giorno in cui l’Inps si è deciso a pagare il grosso delle pensioni attraverso il diretto accredito sul conto, di aver trovato parecchi soldi in meno del versamento mensile. Da uno di loro, ho ricevuto il seguente messaggio: Caro Giancarlo, i miei primi due regali del 2023: a) mi sono beccato il Covid, spero in forma leggera; b) ieri ho avuto la sorpresa del regalo del governo: la mia pensione è stata taglieggiata di circa 200€ al mese. Vorrei conoscere la ratio di questa rapina e con quale norma giuridica il provvedimento sia stato assunto. Ad ogni modo: grazie Giorgia a nome di molti pensionati che oltre a concorrere al prelievo fiscale dalle loro pensioni sino all’ultimo euro, subiscono adesso anche questa rapina. Ne sai qualcosa? Ciao”.

Questi, assieme a quelli per i tanti che stanno veramente peggio, sono alcuni dei veri problemi della politica vera. Altro che le astratte disquisizioni cui si abbandonano anche i cattolici impegnati in politica, spesso lontani, pure loro, anni luce dalle autentiche questioni che, alla fine, interessano alla gente. Il popolarismo passa anche da qui, dalla denuncia e dalla reazione al taglio delle pensioni che qualcuno sta pagando in aggiunta a tutti i costi che la gente sta subendo all’interno di un grande drenaggio di risorse che, dai ceti più poveri e da quello medio, vengono trasferiti a qualcun altro. Una parte degli italiani questo ha voluto votando la Meloni e soci mentre un’altra parte non si organizza organizzare per portare più equità sociale e per giungere ad una più giusta distribuzione degli oneri legati all’andamento della vita in questa nostra comunità.

Anche perché nel frattempo si allargano le conseguenze della saga delle accise rimesse a carico del consumatore finale sui carburanti. Un provvedimento che si sta portando dietro tutta una serie di aumenti per tutti noi consumatori, in modo diretto o indiretto. Sì, perché scattano i rincari anche del trasporto pubblico locale con un aumento del costo dei biglietti che, in taluni casi, è davvero salato. Come nel caso del 33% in più di Roma.

Il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi ha definito ingiusti tutti questi aumenti e la mancata conferma del taglio delle accise “è sbagliata perché gli aumenti dei listini alla pompa produrranno rincari a cascata per beni e servizi in tutti i settori” ed è evidente che saranno i consumatori “a pagare il conto della crisi economica in atto”.

G I

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