Quest’anno tocca a Milano – giovedì 14 novembre – ospitare in Regione, con l’attiva collaborazione dell’ “Associazione Ex Consiglieri Regionali della Lombardia”, la cerimonia di assegnazione del “Premio Letterario Amerigo 2024-Le Quattro Liberta’”, nato, già da nove anni, per ricordare e riproporre il celebre discorso che Franklin D. Roosevelt tenne, a Washington, il 6 gennaio 1941. Esattamente ottant’anni prima dell’assalto a Capitol Hill.
Il “Premio Amerigo” viene attribuito a quattro opere letterarie che si rifanno alle “libertà” di cui parla Roosevelt ed annualmente la cerimonia di assegnazione si svolge alternando Roma – sede dell’Ambasciata americana in Italia – Napoli e Milano, città che ospitano i Consolati Generali USA nel nostro Paese.
Quest’anno – a dieci giorni dalla rielezione di Trump – il premio assume un particolare valore evocativo. La libertà di parola e quella di culto, la libertà dal bisogno e quello dalla paura sono evocate dal Presidente degli Stati Uniti in un momento che, già da oltre un anno, vede l’Europa sconvolta dalla guerra ed impotente di fronte al dilagare, ad Est e ad Ovest, delle armate di Hitler, impegnate in una lotta furibonda per schiacciare l’intero continente sotto il tallone nazista. E anche l’Italia è entrata in una partita che porterà lutti, distruzioni, degrado morale ed emarginazione per il nostro Paese, che si rende schiavo e complice del crimine nazista, fino all’abiezione delle leggi razziali.
Siamo nei primi giorni di un anno che si rivelerà drammatico anche per gli Stati Uniti, che, undici mesi dopo il discorso di Roosevelt, attaccati a Pearl Harbor dai giapponesi, il 7 dicembre, decideranno di correre in soccorso di un’Europa soccombente alle truppe della croce uncinata. Peraltro, il “Discorso delle Quattro Libertà” era orientato, fin dal gennaio, a superare le resistenze di una parte rilevante della pubblica opinione americana, avversa all’entrata in guerra degli Stati Uniti. E’ ricordato come uno spartiacque tra una concezione individualistica della libertà ed una sua interpretazione “sociale”.
Un monito forte ed innovativo, destinato ad invocare un nuovo corso della storia. Non a caso, infatti, superato il tormento del conflitto mondiale, il discorso di Roosevelt venne assunto come fonte di ispirazione e traccia di quella “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, che le Nazioni Unite adotteranno nel 1948. Le “Quattro Liberta’” sono state, in tal modo, in un certo senso, istituzionalizzate, come momento essenziale di quel “diritto internazionale” che, oggi, in particolar modo, va difeso e preservato. Nella consapevolezza che giustizia e pace inevitabilmente rinviano l’una all’altra, cosicché la seconda non può esistere, se non sul solido fondamento della prima.
Domenico Galbiati