Le sentenze si accettano, ma  si discutono eccome. Sono, tra l’altro emesse nel nome del Popolo italiano. E possiamo pure dire che talvolta lasciano indignati e stupefatti. Come nel caso di quella che ha riguardato i giovani morti dentro la Casa dello studente dell’Aquila in occasione del terribile terremoto che distrusse il capoluogo abruzzese.

Noi abbiamo memoria di allora. Delle grida d’allarme lanciate ben prima del sisma da quei giovani e da altri studenti che abitavano con loro. Tutto invece andava bene. Vennero rassicurati e, in taluni casi, invitati a restare. Così fini che rimasero travolti durante il sonno.

Secondo la Corte d’appello sbagliarono loro a sottovalutare il rischio. Ma con la stessa sentenza si mandano assolti gli scienziati dei Grandi rischi che non potevano certo prevedere cosa sarebbe accaduto. A noi profani, e odiatori del leguleismo disumano, non capiamo la ratio di un tale modo di giudicare. A quei poveri giovani si chiede una competenza per la quale, forse giustamente, si mandano assolti gli esperti.

La beffa ulteriore è poi quella della condanna al pagamento delle spese processuali per le loro famiglie che chiedevano giustizia.

Ecco, senza farla troppo lunga sulle leggi che portano a tali assurdità: che la politica adesso si faccia carico delle responsabilità oggettive dello Stato e, in qualche modo, compensi una situazione che ha del terribile e surreale grottesco.

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