Prima un assessore si …”stanca” ed è costretto a sedersi un po’ in panchina: niente male, succede.

In realtà lui non si sentiva stanco, ma il “coach” lo ha messo in panchina.

Di solito, quando la squadra non gira,  si cambia il coach: stavolta hanno messo in panchina  il …”preparatore atletico…” : stranezze sovraniste.

La squadra non andava un granché bene da tempo: infatti avevano già cambiato il Gran Manager della Sanità lombarda, il DG Caiazzo, con una modalità propria dei vecchi stili curiali, adesso pure in disuso: “promoveatur ut amoveatur”.

Era arrivato come DG, il dr Trivelli, già direttore generale di Niguarda, grande e importante ospedale della città Metropolitana dove aveva fatto molto bene; poi era stato DG in quel di Brescia: e nel pieno dello tsunami da Covid si era difeso bene nella azienda ospedaliera bresciana, riferimento importante per tutta la sanità Lombarda.

E all’improvviso, zac, dopo 8 mesi soltanto, anche lui messo in panchina: il nuovo assessore lombardo, fresco di nomina,  ha trovato subito l’”uomo nuovo” capace di rimettere ordine nella sanità lombarda, con un curriculum definito di “assoluta qualità” e una consolidata esperienza manageriale, testimoniata anche dalla sua assidua frequentazione del Cergas bocconiano, di cui sembra essere uno dei manager migliori.

Da  poche settimane anche il responsabile del piano vaccinale lombardo – probabilmente per il nuovo assessore non del tutto affidabile – .era  stato “affiancato” dal dr Bertolaso che subito ha fatto sapere che  per giugno avrebbero vaccinato tutti i lombardi, se …..ci saranno i vaccini a sufficienza…ovvio…

Ma in che mani era finita la sanità lombarda se in 4 settimane il nuovo assessore cambia il DG e il responsabile del piano vaccini? Non era una sanità di eccellenza?

Vuoi vedere che era tutta colpa del … “preparatore atletico”? Possibile che il coach, eletto direttamente dal popolo, non si fosse accorto di nulla?

Mah, misteri lombardi.

A Roma, hanno detto che non si poteva cambiare “catena di comando” al ministero della Salute nel pieno della pandemia: e, al di là dei giudizi di merito, è apparsa a molti scelta di buon senso.

In Lombardia no: gli stessi concetti non valgono.

In piena pandemia si commissaria il responsabile del piano vaccini e si cambia un DG nominato solo 8 mesi prima…. Che abbia pagato per la querelle degli indicatori sbagliati con il ministero?

Ma no: in fondo, abbiamo mandato a casa un Primo Ministro perché avevamo in panchina uno dei più prestigiosi esperti internazionali riconosciuti anche all’estero, vogliamo non trovare in  Lombardia un nuovo DG alla Sanità con un cv di eccezione, così da risollevarne le sorti?.

E pazienza se il nuovo DG è un “foresto”, con alle spalle 10 anni di direzione di una ULSS del Veneto, forse tra le più piccole; e pazienza se viene da una Regione con una storia socio-sanitaria completamente diversa e con una complessità sanitaria molto inferiore rispetto a quella lombarda.

Che sarà mai: viene dal Veneto: e questo basta.

A proposito: anche i “suggerimenti” di Agenas per modificare la legge 23 del 2015 della Lombardia, arrivano da una prestigiosa istituzione attualmente diretta dal potente ex direttore generale del Veneto.

Tra i suggerimenti di Agenas c’è anche l’idea di abolire tutte le ATS lombarde per crearne una sola, la famigerata “azienda zero” cui assegnare tutti i poteri: idea già attuata in Veneto e che si è già diffusa a Liguria e FVG…. Una nuova variante di sars cov-2?

La Sanità italiana in generale è ammalata di un eccesso di “centralismo regionale” che, tra le altre cose,  espropria il diritto/dovere dei territori di partecipare al governo socio-sanitario: non contenti, adesso espropriamo anche le Regioni costituendo una azienda tecnocratica e assolutistica, l’azienda zero, sinistra anche nel nome, dove non conterà nulla ..neanche il coach….

Tranquilli: che sia in corso una “venetizzazione” della sanità della Lombardia è solo una supposizione sicuramente sbagliata, che sarà smentita dai fatti.

Forse il cambio di DG non è nemmeno correlato con le vecchie manie della politica di scegliere persone “vicine”: prima Bertolaso e adesso Pavesi,  a suo tempo consigliere regionale in Veneto per Forza Italia, ai tempi del potente governatore Galan.

Sicuramente il nuovo  modello lombardo non metterà per niente in discussione il ruolo dei grandi gruppi privati in sanità: il modello bocconiano non lo contempla.

Semmai, saranno ulteriormente ridimensionati gli ospedali religiosi, già di loro non in gran salute, e finalmente sarà messa la museruola a quel proliferare di enti del terzo settore che hanno pure l’ardire di voler contribuire a co-gestire il servizio socio-sanitario con un modello di welfare generativo e partecipato.

Meglio avere un nuovo DG “esterno”, dal grande curriculum, a cui far fare il “lavoro sporco”.

Vuoi vedere che il fil rouge del cambiamento è sempre “più potere ai più forti”?

In ogni modo: buon lavoro al nuovo DG, dr Pavesi.

Ha un compito non facile: good luck!

Vigileremo perché la Sanità lombarda non sia  stravolta, perché ci sia meno centralismo e autoritarismo e  aumenti invece il coinvolgimento dei territori, perché ci sia più ascolto e corresponsabilizzazione degli operatori sanitari, perché ci sia  meno “business aziendale”  e più capacità di presa in cura dei più deboli e dei più fragili, aprendo alla sussidiarietà orizzontale e verticale, come anche la Costituzione prevede, smettendo di inseguire … chimere assicurative…. (avviseremo anche i sindacati che non basta strillare “fuori i privati dalla sanità” e poi inserire “benefit sanitari” di tipo assicurativo  nei contratti di lavoro e continuare ad accettare che ci siano incentivi in sanità, anche negli ospedali pubblici, legati ad obiettivi di risultato quasi tutti di tipo economico…)

Massimo Molteni

 

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