Giorgia Meloni, quasi superando i limiti imposti per il silenzio elettorale alla vigilia delle elezioni, in questo caso quelle abruzzesi, ha scelto di parlare due giorni fa di una notizia abbastanza poco fresca, com’è quella sulla crescita del gettito fiscale registrato nel 2023.
Ha ovviamente plaudito alla crescita delle entrate cercando di spiegare che il tutto sarebbe frutto del nuovo atteggiamento che il Governo intende seguire nel rapporto con i cittadini. Questa volta non ha parlato di “pizzo di stato” anche perché in televisione non l’ascoltava solo quelle categorie che dicendosi di essere davvero vittime di una rapina evadono del tutto o in larga parte provocando un “buco” che equivale a circa 100 miliardi l’anno. Ovviamente, a danno di coloro che non solo non possono evadere, ma che finiscono per pagare di più per colpa degli evasori.
Ma ora sorvolando su quello che è stato davvero uno scivolone della Presidente del consiglio, non si può non notare come Giorgia Meloni si prenda meriti che non sono suoi. Il maggior gettito del 2023, infatti, viene da molto più lontano e non è il frutto dell’azione del suo esecutivo nato solamente alla fine del 2022.
I suoi collaboratori non glielo hanno fatto notare? Come accadde a Silvio Berlusconi che si vantò dell’inaugurazione dell’Auditorium di Roma la cui costruzione era stata programmata e seguita ben prima che lui tornasse a Palazzo Chigi. Ma si sa tutto fa brodo, soprattutto in campagna elettorale e cosa vuoi che conti la verità a fronte della propaganda?
Resta il fatto che davvero vogliamo vedere un forte impegno a trovare le risorse dove ci sono, e tante, anche se questo significherà scontentare parti dell’elettorato che, forse, credono davvero nel “bengodi”…
Alessandro Di Severo