Giorgia Meloni dimostrerebbe grandi capacità di leadership politica e morale se invitasse le opposizioni ad un tavolo di concertazione in ordine alle politiche migratorie.
L’ ecatombe di Crotone toglie il fiato. La morte è anche più terribile quando ti costringe a vivere forse a tuo dispetto.
Come succede ai sopravvissuti che nel mare hanno visto morire per intero il resto delle loro famiglie. Vi sono ferite profonde che un paese può sanare solo raccogliendo tutte le sue forze attorno ad un principio superiore. Crotone deve rappresentare un punto di non ritorno nella consapevolezza morale degli italiani.
Non possiamo dividerci sulle spoglie dei bambini scomparsi in acque che sono le nostre. Il dolore innocente del loro sacrificio impone un armistizio. Che sia, da parte dell’Italia, terra di straordinaria cultura umanistica e di grande tradizione civile, anche un monito all’ Europa. Qui, sì, mostreremmo un momento di sovranità costituzionale e di legittimo orgoglio nazionale.
Aprire, a tutti i costi, una parentesi di corresponsabilità e di comune impegno di fronte al tema imposto da questa immane tragedia non sarebbe un gesto di debolezza, ma di forza, di straordinaria civiltà morale, giuridica e politica sia per il governo che per le opposizioni. Non si tratta, in nessun modo, di stendere un velo pietoso sulle responsabilità che vanno accettate, me di abbandonare quel serpeggiare polemico che non fa onore a nessuno.
La disperazione è anche nostra, non può non toccare il cuore di ciascuno.
Nessun italiano deve temere che la vista devastante di quelle bare allineate possa essere fatta oggetto di strumento, dall’una o dall’altra parte, al fine di una contesa diretta al consenso. Anzi, ad ognuno va mostrato che la responsabilità della politica ha pur sempre in serbo la coscienza vigile del suo compito ed una riserva di dignità capace di illuminare anche i momenti più bui.
Trovino il governo ed il Parlamento le modalità costituzionalmente praticabili e politicamente appropriate per dare corso a questo momento straordinario che sia anche di pacificazione e di riscoperta delle antiche e più profonde ragioni della nostra civiltà.
Da parte nostra sentiamo il dovere di rivolgere a chi guida il Governo e a chi si oppone questo appello.