Proviamo a trarre conclusioni dalle vicende elettorali e politiche degli ultimi tempi in attesa di vedere cosa succederà negli Stati Uniti.

Cominciamo dall’Europa.

I risultati ci dicono che si conferma un sistema bipolare, da una parte gli europeisti e dall’altra gli antieuropeisti.

Antieuropeisti la cui agenda politica ricalca fedelmente quella di altre potenze mondiali tese a soggiogare economicamente e politicamente il nostro continente ai loro interessi.

Avvalendosi delle libertà del nostro sistema democratico esse agiscono come vere e proprie quinte colonne.

Come si può, ad esempio, spiegare altrimenti l’opposizione al progetto di difesa comune?

Come si può, ad esempio, spiegare altrimenti l’opposizione al progetto di armonizzazione fiscale tra i paesi che renderebbe la nostra moneta più forte?

Come si può, ad esempio, spiegare altrimenti l’opposizione al superamento del meccanismo di decisione all’unanimità che consegna ad un solo paese la possibilità di bloccare le decisioni comuni?

Torniamo ai risultati elettorali.

Le elezioni le ha vinte il PPE che incrementa voti e rappresentanza, i socialisti perdono consensi come pure i liberali.

Nel complesso la maggioranza europeista rimane e si rafforza.

La destra si afferma elettoralmente mai come prima ma si sbanda politicamente.

Il gruppo dei Conservatori si gonfia e sgonfia nel giro di poche settimane.

I riferimenti di casa nostra rimangono all’angolo nell’irrilevanza.

In Francia la destra fallisce l’abbraccio con i Repubblicani e rimane terza ed isolata.

Ci rivedremo alle presidenziali dice la Le Pen, si va bene chissà se per le elezioni presidenziali potrà ancora godere di certi appoggi internazionali che probabilmente possono anche decidere di cambiare cavallo.

Presidenza del parlamento europeo e commissione sono ora saldamente in mano al PPE.

I nostri interessi e i nostri soldi, al momento, sono al sicuro.

Adesso, però, bisogna spingere per raggiungere obbiettivi determinanti per il nostro futuro e l’Italia deve fare la sua parte.

Proviamo a darne un elenco:

• Rapporto con gli alleati alla pari attraverso l’assunzione di responsabilità dirette in tema di difesa europea;
• armonizzazione fiscale e bancaria complete;
• riforma dei trattati superando la logica dell’umanità;
• all’argamento dell’unione ad alcuni paesi balcanici;
• Incremento delle politiche sociali e industriali finanziate da un sistema di tassazione alternativo a quello nazionale.

Cose difficili?

Per questa è nata l’unione Europea: per fare cose difficili non per dormire.

Luigi Milanesi

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