Le cronache ci raccontano dell’improvvida alleanza conclusa dall’Udc di Cesa con la Lega di Matteo Salvini per le prossime elezioni europee. Una “salvinata” la potremmo definire. Con cui si conclude un lungo ciclo d’involuzione e di piena compromissione con la destra da parte di una formazione nata sulle ceneri della Democrazia cristiana. E che pure si dice far parte della famiglia dei popolari europea. Anzi, è una delle quattro organizzazioni riconosciute in Italia dal PPE.

A dispetto di tutto, dunque, Lorenzo Cesa ha finito per allearsi con i più antieuropei tra i “destri” a livello continentale. Incluso i tanto vicini al neonazismo come nel caso della Afd tedesca. L’avrà fatto anche per collocarsi tra le parti del Ppe che dell’Europa voluta dai padri fondatori, in gran parte popolari e cristiani democratici, ne trascurano valori ed idealità, cosa di cui non sembrano neppure rendersene conto?

Forse, per restare più terra terra, questa imperdonabile scelta avrà una sua logica in “coerenza” con quanto abbiamo spesso visto nella trentennale esperienza del bipolarismo. E cioè dell’accontentarsi di una scarsa porzione di lenticchie per qualche posticino. Con buona pace con chi ha teorizzato la famosa “diaspora” e del lievito da mettere nella farina di tutti i “fornai” possibili, in modo da provare a non restare mai … “senza pagnotta”…

Il percorso dell’Udc, che pure si fregia del simbolo di quel grande partito nazionale, popolare e solidale che fu la Democrazia cristiana, ci fa dubitare sulla qualità del lievito che qualcuno decise di utilizzare già prima della fine della Dc.

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