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“L’Italietta” e il prestigio: in crescita come ci dicono? – di Michele Marino

La propaganda ufficiale dell’Esecutivo pro tempore, sostenuta e divulgata senza “battere ciglio” da “mamma” RAI, e narrata quotidianamente dall’informazione paragovernativa, tende ad affermare il (presunto) consolidamento in un posto di rilievo, o addirittura di prestigio, della nostra Nazione in campo Internazionale.
Direi che la forte capacità comunicativa, di frequente teatrale, del(la) Presidente Giorgia è per lo più capace di colmare le deficienze o l’incompetenza di alcuni organi di governo. È comunque valida e in grado di persuadere vaste aree di consenso popolare. Tuttavia, basta riflettere un pochino attentamente per essere costretti a chiederci se siamo davvero diventati a pieno titolo un membro del G7, realmente alla pari di Giappone, o Inghilterra, o Francia. E pragmaticamente chiediamo: chi si sottomette, previo bacetto paterno sulla fronte, al volere/potere politico degli Usa? Oppure, quale grande premier viene ricevuto al suo arrivo in aeroporto solo da un viceministro (cinese): in buona sostanza, da un signor nessuno?
Quanto al nostro reale posizionamento attuale nella UE, il momento è alquanto critico e ci auguriamo tutti che venga superato con la brillante nomina a Commissario del nostro ministro degli affari comunitari e PNRR, Raffaele Fitto. Ma si percepisce con tutta evidenza come la guida delle istituzioni europee ci sfugga in toto.
La macchina è del tutto nelle mani delle nazioni nord europee a causa di un certo “estremismo” ideologico che ci ha portati ad allearci con i paesi del Patto di Visegrad. In particolare, con l’Ungheria di Orbab che non sta proprio dando le migliori prove di aver un ordinamento democratico ben equilibrato tra i distinti poteri dello Stato. E questo, dopo aver perso la sponda con la Polonia dove, adesso, si è insediato il Governo di Tusk che ha scalzato gli alleati conservatori dei nostri Fratelli d’Italia.
È, dunque, decisamente auspicabile una buona affermazione del Ministro Fitto. Non per i suoi desideri di carriera, ma per esercitare le proprie attribuzioni in funzione del bene dell’Italia e, in particolare, delle sue regioni meridionali. Oltre che per mirare a modernizzare il nostro “sistema Paese” nel rispetto della politica energetica e della sostenibilità economica e ambientale.
Nel contempo, si potrebbe avere un maggior coinvolgimento del Ministro Antonio Taiani nella gestione e nell’indirizzo della politica estera. Tanto più in considerazione della imminente avocazione delle deleghe spettanti al ministro Fitto da parte del(la) Presidente del consiglio italiano.
Michele Marino
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