Il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che chiede di ritenere responsabile Israele di eventuali crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi a Gaza. Sono stati 28 paesi a votare a favore della risoluzione, in 13 si sono astenuti. Sei i voti contrari, tra cui quelli di Stati Uniti e Germania. Chiesto anche lo stop all’invio di armi allo Stato ebraico.

L’Italia è il terzo fornitore dopo Stati Uniti e Germania, anche se a notevole distanza da loro. Secondo la Bbc (CLICCA QUI), il nostro Paese ha fornito lo 0,9% delle armi acquistate dal governo di Netanyahu tra il 2019 e il 2023. In particolare, elicotteri e artiglieria navale.

Stando ai dati Istat, lo scorso anno le forniture italiane sono state pari a 13,7 milioni di euro. E, continua la Bbc, tra ottobre e dicembre “sono state approvate esportazioni per circa 2,1 milioni di euro, nonostante le assicurazioni del governo di bloccarle in base a una legge che vieta la vendita di armi a paesi che stanno conducendo una guerra o che si ritiene stiano violando i diritti umani”.

Intanto, cresce l’insofferenza da parte di singoli paesi nei confronti di Israele. In Europa si stanno particolarmente distinguendo Spagna e Irlanda che pongono numerose domande sul continuare con quella che è stata sempre una “relazione strategica” con lo Stato ebraico.

Il Primo ministro spagnolo, Sánchez, è stato uno dei primi leader europei a criticare la reazione di Israele all’attacco terroristico condotto da Hamas lo scorso 7 ottobre, a mano a mano che cresceva l’intensità dei bombardamenti indiscriminati sulla popolazione civile di Gaza. Sanchez ha definito “totalmente inaccettabili e insufficienti” le spiegazioni di Netanyahu contro cui ha espresso parole di una certa durezza sostenendo che la Spagna sta attendendo un resoconto completo e dettagliato anche sull’uccisione dei sette cooperanti umanitari per decidere “quale azione intraprenderemo nei confronti del governo del primo ministro Netanyahu”.

Il Primo ministro spagnolo, che si sta muovendo con una certa autonomia rispetto alle prudenze di Bruxelles, ha espresso l’intenzione di giungere ad un pieno riconoscimento dello Stato palestinese entro la prossima estate. Sanchez ha ribadito di avere “seri dubbi” sul fatto che Israele stia rispettando il diritto umanitario internazionale nella sua offensiva a Gaza.

Anche l’Irlanda si sta esprimendo sempre più decisamente a favore dei palestinesi attraverso importanti esponenti di governo che hanno definito l’intervento israeliano a Gaza come “una vendetta” del tutto sproporzionata.

 

 

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