Quando le situazioni si fanno stringenti, perfino in politica, giunge infine il momento della verità e compare alla luce del sole quanto già s’intuiva sotteso ed implicito in determinate posture.
“Noi stiamo facendo la storia….”: questa sarebbe la frase ferale pronunciata, probabilmente nel colmo di un’ira che ha svalvolato il filtro della prudenza e del buon senso, da Giorgia Meloni in un incontro con i suoi più, fidati collaboratori, e che ha già avuto un nostro primo commento a firma di Alessandro Di Severo (CLICCA QUI).
È incredibile che una giovane ed intelligente donna del nostro tempo disincantato ricorra all’enfasi di un linguaggio che lascia intravedere un incartamento ideologico pericoloso, alluda ad una concezione egemonica del potere, attesti una considerazione di sé esagerata perfino per un “under-dog”.
Una frase icastica, riassuntiva di un abito mentale, degna del fatidico balcone di Palazzo Venezia. Senonché, non siamo all’ora del destino che batte sul quadrante della storia o amenità
del genere.
Siamo al momento del ridicolo. E l’evocata storia è, in effetti, una storia di scippi: alla signora Sangiuliano hanno scippato il marito, alla signora Boccia l’incarico ministeriale, al Ministro la dignità e il decoro.
Ha ragione Giorgia Meloni di temere che a lei scippino la Storia, con tanto di maiuscola.